194 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 3 b. Gonzaga, che doveva assumere il comando dell’esercito in luogo dell’infermo duca d’Urbino, l’ammiraglio veneto Capello e Gri-mani, comandante delle navi pontifìcie, volevano andare alla caccia della squadra turca nelle acque greche, ma il Gonzaga dichiarò che doveva prima attendersi la venuta delle 32 galere di Andrea Doria1 e così andò perduto un tempo prezioso. Alla fine Grimani si stancò’d’aspettare e ai 10 d’agosto colle sue 36 galere attaccò nel golfo d’Arta il castello dii Prevesa sorgente su una roccia di fronte al promontorio di Azio, certo coll’idea di indurre finalmente ¿li imperiali a battaglia mediante l’apertura delle ostilità. Contro l’aspettativa Grimani incontrò sì violenta resistenza, che senza aver nulla concluso dovette ritornarsene a Corfù.2 L’attacco a Prevesa fu per Barbarossa il segnale per salpare alla volta del golfo d’Arta colla sua flotta forte di 150 vele. Questa era la situazione delle cose quando finalmente ai 7 di settembre del 1538 Andrea Doria comparve nel porto di Corfù, ma soltanto con urna parte della sua flotta perchè aveva lasciato molte navi a. proteggere Tunisi e la costa di Spagna contro i corsari. Si decise di muovere contro Prevesa e addì 27 settembre si venne a battaglia. Il piano era di chiudere Barbarossa nel golfo di Arta e di annientarlo, ma l’impresa fallì in modo miserabilissimo. Se ne dà in varia guisa la ragione: secondo il racconto tradizionale fu di Doria, che era in trattative con Barbarossa, la colpa che l’attacco finisse con una vergognosa ritirata simile a fuga.3 Coll’infausta giornata di Prevesa comincia una nuova elevazione della potenza marittima dei Turchi. Poco importò che nell’ottobre si riuscisse a conquistare Castelnuovo all’imboccatura del golfo di Cattaro perchè non ci fu modo di indurre il Doria ad ulteriori operazioni rimanendo egli fermo sul punto di ritornare in Sicilia. Ora non si potè tenere neanche Grimani, che, disperando 1 Ofr. Longo. * Commentarli loe. cit. ; Paruta IV, 53; Ztnkeisen II, 770. Fin dal 18 luglio 1538 Paolo III avteva mandiaitiol a Ferrante Gonzaga lina lei-tesa esortatoria (vedi Raynald 1538, n. 22). 2 Ofr. la relazione dei Grimani ki Guglielmotti II, 34s. 3 Vedi Longo, * Commentarti loc. dit. ; * Cause della guerra (Archivio segreto p o h t if i ciil o : cfr. sopia p. 175 ,n. 2); Paruta IV, 56 s. ; Jovius, Hist, lib. 37; Ribier I, 256; Nuntiaturieriéhte III, 201 s. ; Guglielmotti li, 42 s. ; Manfroei 330 s. e la »relazione del Contarmi in Aipp. n. 33. Contro l’opinione generale Doria viterie difeso e assolto da ogni colpa da Capasso in liendiv. del r. Istit. homi), d. se. e lett. 2 Serie XXXVIII. Quanto ciò sia giustificato potrà decidersi solo quando siano chiarite meglio di quel che siano ora le illecite relazioni di Spagna con Barbaro«® (cfr. Manfroni in Fiv. mariti. [1896] III, 278 is. e Sta Arch. stor. Sieil, XXX, 63 s.). Il 4 ottobre 153« G. Rieei aveva riferito al Farnese sulla sconfitta e questi il giorno 16 rispose che il papa era dolente e che tuttavia non aveva ancora perduta la speranza (*lettera nell’Areh ivi o Ricci in Roma). Vi corrisponde il breve a Carlo V pi^esso Raynald 1538, n. 24.