442 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 8 a. A mezzo d’una lettera di Farnese del 6 marzo1 Morone ricevette l’autorizzazione desiderata da re Ferdinando di esporre anche alla dieta tutto ciò che gli aveva comumicato circa il concilio e l’aiuto contro i Turchi. Quanto al concilio egli doveva dichiarare che come era sempre stato disposto a tenerlo e l’aveva offerto, così anche ora il papa era più che mai risoluto ad effettuarlo. Il papa poi, allo scopo di togliere dal canto suo ogni dubbio ed ogni impedimento, essere contento eziandio di convocare il concilio ecumenico a Trento qualora non si trovasse acconcia alcuna delle quattro città nominate prima.2 Quanto a cominciarlo, il papa anche al presente preferire di stabilirne l’apertura a Pentecoste, ma se, a causa del tempo avanzato, là si dovesse trovare desiderabile che si spostasse il termine, il papa rimetterne l’accordo in proposito al giudizio del Morone : dopo l’arrivo della sua risposta si sarebbe poi redatta la bolla di convocazione. Ricevuta questa istruzione il Morone addì 23 marzo espose alla dieta le proposte del papa riguardo all’aiuto contro i Turchi e al concilio3 e ciò facendo diede risalto alla recisa volontà di Paolo III ed osservò che la sospensione avveratasi fino ad allora era intervenuta solo dietro preghiera dell’ imperatore e del re romano : indi conformemente alla sua prima istruzione svolse le ragioni, che al papa sembravano stare contro un luogo tedesco per il concilio, fece il nome delle quattro città dapprima proposte, ma poi dichiarò che ove queste città per varii motivi dovessero venir considerate meno acconce, Sua Santità, allo scopo di essere ancor più condiscendente verso la nazione tedesca e di togliere tutti gli impedimenti, si offriva a indire il sinodo a Trento. Come data per l’apertura egli propose il 15 agosto, festa dell’Assunzione di Maria. I protestanti, che si erano astenuti dalla seduta, presentarono tosto una protesta contro un concilio da convocarsi dal papa4 mentre che gli Elettori e gli Stati cattolici furono contenti della proposta. Il 30 marzo Mo- 1 Presso Pieper 177-181. La parte relativa al concilio anche presso Ehsks IV, 217 s. 2 Kokte (p. 54) opina che si debba cercare la spiegazione di questa improvvisa condiscendenza quanto a Trento in questo, che a Roma si credette d'esser certi, che come Francesco. I così anche il’imperatore non desiderasse il concilio, tanto che le concessioni perdevano il loro lato pericoloso mentre in una facevano apparire in luce più favorevole la premura del papa. Ma il processo reale mostra piuttosto, che per il papa trattavasi sinceramente di togliere l’ultimo pretesto all’opposizione esistente da pai'te deH'iiniperatore e dei Tedeschi. s Propositio facta per lo. Moronum episcopum Mutmensem nimtium Apo-stolicmn in dieta Spiremi die 23 mwrtii 1542 (Ehses IV, 218 s.). Ofr. anche la lettera di .Morone a Farnese del 28 marzo presso Laemmer 420 e quella a E. Gonzaga del 29 marzo presso Solmi, Contarmi 90 s. ; cfr. inoltre Winkel-MANN III, 252. * Presso Ehses IV, 219 s.