Il Cardinal Pole. 109 nobbe la falsità della sua posizione e nel ritorno in Inghilterra non si recò in corte, ma nel monastero certosino di Sheen, ove si dedicò a studii teologici. Dopo la morte del Wolsey, Enrico VIII gli offrì l’arcivescovado di York, ma Pole lo rifiutò ed in un’udienza espose coraggiosamente al re, che nella faccenda del divorzio per lui sarebbe legge la parola del papa. Ancor prima che scoppiasse lo scisma inglese Pole abbandonò la patria sua, andò a visitare il Sa dolete a Carpentras stringendo intima amicizia con questo uomo congeniale, poscia si recò a Padova, ivi e nella vicina Venezia rinfrescando vecchie relazioni e allacciandone di nuove. In questo tejnpo il Pole entrò in strettissimi rapporti coi campioni della riforma cattolica, con Giberti, Cortese, Contarmi, Carafa. Mentre quest’ultimo avrebbe voluto che contro gli eretici si applicasse estremo rigore, Pole insieme cogli altri era d’idea, che bisognasse tentare mezzi pacifici. La maggiore intimità il Pole l’aveva col Contarmi, ch’egli considerava siccome amico e consigliere paterno e al quale sottoponeva in esame i proprii scritti. Ma anche il Contarmi era soddisfatto dei suoi lavori solo se avessero trovato l’approvazione del Pole. È difficile immaginare una relazione d’amicizia più bella di quella fra queste due nature altamente ideali, l’epistolario delle quali fa vedere quanto si aiutassero e completassero a vicenda.1 Soltanto il Contarmi fu in grado di vincere la riluttanza del modesto Pole alla propria nomina, egli, che tutti gli amici della riforma celebravano siccome il vero autore della creazione avvenuta nel dicembre del 1536. Questo atto di Paolo III, così Cosimo Gheri al Beccadelli, è certo opera divina e il vostro cardinale, o meglio il nostro, ha dato una bella prova della sua virtù facendo realizzare una sì splendida promozione. Al Contarini poi il Gheri augurava che dal «seme del suo cardinalato» Iddio suscitasse uomini simili a lui allo scopo di ricondurre la Chiesa all’antica sua dignità. Da tutte le parti venne manifestata l’idea, che quanto alle creazioni cardinalizie avesse avuto principio una nuova epoca, che non più la nascita ma un merito reale desse il tratto alla bilancia e che si potesse sperare un miglioramento delle condizioni ecclesiastiche.2 Dagli uomini ohe ha nominati suoi consiglieri, può ottimamente desumersi, giudicava Hosio, che uomo sia il papa. ’ Siccome frutto della commissione per la riforma, che a partire dalla prima metà del novembre 1536 si riuniva quasi ogni giorno 1 Gfr. Dittmch, Contarmi 215, 427 ss. Ibid. anche i particolari sul biasimo da parte di Contarmi del tono passionale della famosa opera De unitate ecclesia e del Pole. 2 V. le [prove in Dittmchi 360 s. Ofr. anche in App. n. 23 le due * lettere al Pole del 30 dicembre 1586. Archivio di IStato in Parma. 3 St. Hosn epist., ed. IIil'ler-Zakrzewski I, 44.