I primi Gesuiti iu Ispagna. 411 e in essi si comprovò eccellente mezzo di disciplina morale la frequente confessione. La città rimase sì entusiasmata della nuova scuola, che nello stesso 1548 ottenne dal papa la facoltà di trasformare il collegio in università. Questa veramente non venne all’essere allora, e non si avverarono completamente le speranze concepite sulla fondazione dal fondatore dell’Ordine, ma ad ogni modo le fatiche a Palermo e Messina recarono copiosi frutti. Tutta la Sicilia, scrisse Canisio, è in via di morale rinnovamento.1 Per primo fra tutti i discepoli del Loyola mise il piede in Ispagna un suo congiunto, Antonio Araoz, che aveva abbracciato la Compagnia a Roma. Vi giunse egli verso la fine del 1539 e predicò con molto plauso in varii luoghi : egli stesso narra ad Ignazio come nelle vicinanze di Azpeitia la festa dell’invenzione della Croce del 1540 gli si dovè erigere il pulpito all’aria aperta: erano accorsi più di 4000 uomini, di cui molti salirono sul tetto della chiesa o s’arrampicarono sugli alberi per meglio intenderlo.2 Nel 1541 comparve in Ispagna Pietro Fabro, che nel 1542 recossi in Germania per dipartirne nel 1544 alla volta del Portogallo, ove s’incontrò con Araoz. Poco dopo con calde lettere di raccomandazione di re Giovanni III FAraoz e il Fabro presentavansi a Valladolid alla corte di Filippo principe ereditario di Spagna. Là essi trovarono potenti fautori nel cardinale Juan Tavera, nel grande inquisitore Diego Tavera e nel nunzio pontificio Giovanni Poggio, che provvide al sostentamento dei padri.3 Dopoché Filippo ebbe trasportata la sua corte a Madrid, anche Araoz si trattenne più volte in quella città adoperandosi molto per la difesa e diffusione della frequente comunione, che da parecchi ecclesiastici era stimmatizzata siccome illecita ed invenzione dei Gesuiti. Egli inoltre lavorò con successo al rinnovamento morale dei monasteri femminili di Catalogna. Dietro desiderio di Filippo Ignazio in unione coll’inviato spagnolo a Roma aveva ottenuto da Paolo III le necessarie istruzioni e facoltà per quest’opera altamente urgente.4 Nel 1547 Araoz venne da Ignazio nominato primo provinciale della Compagnia in Ispagna. Già due 1 Canisio a Kessel e Adriani da Roma 8 febbraio e Messina 12 agosto 15-1S (Bkatjnsbeeger I, 265, 284) ; relazione dei Gesuiti di Roma a quei di Lovanio l’a Roma 19 marzo 1548 (IIansen 116-118) ; Polanco a Araoz in data di Roma 27 marzo 1548 e Ignazio a Doméneeh da Roma 7 aprile 1548 (Mon. Ignat. Ser. I, II, 51-52, 75) ; Nad'al a Ignazio da Messina 7 maggio 1549 (Epist. P. H. Nadat, I, 57) ; Vita P. CornelH Vishavaei (ibid.) IV, 875) ; Polancijs, Chronicon I, 231, 213, 244, 339, 350) ; F. Meter, Die Missionspläne des Ignatius von Loyola ecc. in Histor. Zeitsohr. Ol, 237-252. 2 Vergara 4 luglio 1540 (Epist. mixtae I, 47) ; cfr. Astrain I, 205, 230 s. 3 I'olancus I, n. 33, 143, 266 ; Ohlandinus lib. 5, n. 64, 65 ; Astkain I, 235, 242. 4 Filippo a Ignazio da Monzon 18 agosto 1547 ; Polanco ad Araoz da Roma •'il ottobre 1547 ; Araoz a Polanco dia Barcellona 12 gennaio 1549 (Epist. mixtae I. 395-396; II, 37-38; Mon. Ignat. Ser. I, I, 612-613).