A. da Sangallo e il nuovo S. Pietro - Michelangelo. 761 Sistina ne sarebbe rimasta intatta, ciò che non era del tutto giusto.1 Certo a ragione vedeva Michelangelo un errore non meno grande nei giri bramanteschi del coro trasformati da Sangallo. Questi, così opinava egli nella sua spietata critica del modello di Sangallo, non solo toglieranno tutta la luce al progetto di Bramante, ma porteranno con sé anche altri inconvenienti : nei nascondigli sotto e sopra le tribune potranno appiattarsi ladri a batter moneta falsa, così che quando la sera si chiude la chiesa saranno necessarii da 25 uomini per vedere se vi sia nascosto qualcuno, cosa del resto abbastanza difficile a farsi. - Uno sbaglio fatale di Sangallo fu l’elevazione, da lui compiuta per ignote ragioni, del pavimento della chiesa di più che tre metri, per cui le nicchie e cappelle semicircolari di Bramante nei pilastri della cupola e nel resto deH’edificio vennero ad avere una proporzione di eccessiva larghezza a confronto coll’altezza. Oltre a questo dispendioso e lungo lavoro egli fece elevare il braccio di croce anteriore e la navata trasversale sinistra altrettanto lunga coprendo l’uno e l’altra di volta.3 Fin dall’agosto del 1538 era stato eretto un muro divisorio per chiudere la parte rimasta della navata dell’antica basilica.4 Da un affresco nella Cancelleria appare lo stato della fabbrica nell’autunno del 1546.5 Dopo la morte di Sangallo avvenuta a quel tempo, vennero prima di tutto allacciate trattative con Giulio Romano per l’assunzione della direzione della fabbrica, ma senza che si raggiungesse alcun risultato perchè quell’artista moriva già al 1° novembre del 1546.c Naturalmente gli sguardi si volsero ora su Michelangelo. Il Maestro, che contava 72 anni e solo nell’estate del 1544 e di nuovo alla fine del 1545 aveva sofferto una grave malattia, anche questa volta, non fu per nulla lieto della nuova missione. Al peso paralizzante dell’età aggiungevasi l’indubitata previsione, che i malevoli e invidiosi operai lo considererebbero siccome un intruso e che gli ostinati e pedanti s’ignori della Fabbrica lo ostacolerebbero ad ogni piè sospinto. E poi la difficoltà stessa del compito ! Dinanzi 1 II barone v. Geymuixer ebbe la bontà di esaminare minutamente dietro mia preghiera questa questione : egli calcolò che la distanza tra il S. Pietro di San Gallo e la Sistina avrebbe importato a seconda dei punti 10 a 12 metri. 2 Leti, di Michelangelo, ed. Milanesi 535 ; Guhl, Kilnstlerbriefe I, 160 s. I^a lettera che non reca data, non è del 1555, come reputò anche recentemente Thode (I, 87), ma degli ultimi mesi del 1546 (vedi Mackowsky 390). 3 Ofr. GEYMifLi.EE, Vrsprùngl. Entwurfe 338; Burckhardt, Cicerone II5, 219. Sarebbe cosa importante fissare la data dell’elevazione del pavimento, ma tutte lé fonti rese fino ad ora. note fanno cecca a questo proposito. 4 Ofr. Geymììli.er loc. cit. 327 ; N. Arch. Veneto XIII (1907), 23. 5 Cfr. sopra p. 739 e Jovanovits 95. 6 * « Mihi rela tram fuit de obitu Iulii Romani pictoris excellentissimi » si legge nelle *Ephem. in Cod. Vatìc. 6978, f. 154 della Biblioteca Vaticana.