130 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 2. sero considerevoli le difficoltà, il Contarmi tuttavia non disperò perché era persuaso della buona volontà del papa. Egli del resto sosteneva l’opinione certamente giusta, che le cose, le quali dovevano interdirsi alla Penitenzieria, avessero da interdirsi anche agli altri dicasteri, specialmente alla Dataria. E qui pure Paolo III era con lui.1 La nomina dell’egregio cardinale Guidiccioni a prefetto della Signatura iustitiae avvenuta il 17 febbraio 1540 fu un passo importante per la riforma dei Tribunali.2 In una lettera dell’Aleandro al Morone in data del 27 aprile 1540 si dice: «i lavori per la riforma sono spinti con zelo ogni giorno: oggi ci fu congregazione generale presso il decano del Sacro Collegio, cardinale Cupis ». Aleandro deplorava di essere stato impedito dal parteciparvi essendo in vista una grossa discussione col Cardinal Pucci. Il papa aveva ordinato che l’Aleandro, non ostante la sua salute indebolita, udisse le relazioni di tutti i deputati. Questi poi opinava che fossero bensì grandi le difficoltà da ' parte dei molti aventivi interesse, ma che coll’aiuto di Dio fosse da sperarsi il buon successo dell’opera perché il papa aveva ottima volontà. 3 Lo stesso cardinale Ercole Gonzaga ostile a Paolo III dovette riconoscere, che la riforma procedeva.4 Gli è bensì vero che il gran penitenziere Pucci oppose estrema resistenza e che, allorquando le deliberazioni della commissione per la riforma vennero portate dinanzi al concistoro, egli difese sì bene il suo punto di vista, che guadagnò molti cardinali lagnandosi apertamente del Contarmi, et combatiamo con imons. dii S. iQuattro » scriveva il Contarmi il 10 aprile 1540 al cardinale Gonzaga. N. 'Ardi. Veneto VII (1904), 2<«3. Cfr. anche la lettera del 18 aprile 1540 in Quellen und Forschungen II, 204 s. 1 Cfr. le lettere del Contarmi al cardinale E. Gonzaga del 23 aprile e 5 maggio 1540 in \N. Arch. Veneto VI-I, 268-270. 2 Vedi Schweitzer, Guidiccioni 189. 3 * De publicis non ho che scriver'altro, se non die ogni di battiamo sull'ancugine della reformatione, et lioggi è fatta congregatione de tutti li deputati in casa del Rmo de Trani decano, nella qual non ho potuto andar per essere stato occupato nelle cose Idei Palazzo, e mi duole, perchè si dovea far un gran conflitto co’ 1 rmo (Penltentiere, et ancor che al mio arrivar qua fussero già fatti molti deputati per diversi punti della reformatione, et ch'io desideri et habbi grande bisogno di reposarme alquanto, nondimeno Ji. S. iia voluto, ch'io mi trovi alle relationi di .tutte le deputationi, il che è a me molto grave, non per la cosa in se, la qual’è buona et pia, ma per trovarmi tanto ftacho, ch’ogni piccol moto a diverse parti mi è de incredibil molestia a comportarlo. Tuttavia ogni fatiga mi parerà iocunda, purché questa cosa habbi buon successo. HI che ancora che pari difficillimo per tanti interessati, i quali strideno al cielo, nondimeno non è però impossibile, attenta la ottima voluntà di (N. )S. et la speranza di l’adiuto de Dio ». Aleandro a Morone da Roma 2,7 aprile 1540. Nunz. Genti. 58, f. 108b-109b. Archivio segreto pontificio. 1 Lettera del 20 maggio 1540 a Contarmi. Quellen und Forschungen II, 208.