Sottomissione di Perugia. 2lè non potè più sostenersi. Mancavano denari e vettovaglie e tutto ciò malgrado le gravi imposizioni deliberate daii 25. In conseguenza gli abitanti deploravano la loro rivolta ed ora avrebbero consentito volentieri anche a un balzello maggiore sul sale. Il malcontento per il reggimento dei 25 era sì grande, che parlavasi di già d’eli-minarli.1 Date queste condizioni non era il caso di pensare a seria resistenza. Addì 1 luglio Rodolfo Baglioni s’accordò icon Girolamo Orsini circa la restituzione della città dietro libera andata e risparmio degli abitanti. Il 4 lasciarono la città i Baglioni e il consiglio dei 25, ai quali il cronista Bontempi ascrive la ruina di Perugia per avere impedito qualsiasi buon accordo. Il dì seguente entrarono nella città Pier Luigi Farnese e gli altri capitani pontifici colla milizia italiana a piedi, rimanendo ne’ dintorni la cavalleria e gli spagnoli. Venti cittadini vennero incaricati di disporre i quartieri, si ¡confiscarono tutte le armi e il vasellame d'argento della città e sotto pena della confisca si intimò ai fuorusciti di ritornare entro sei giorni. Il duca di Castro lasciò presto 'la città assoggettata-, in cui rimase con forte presidio il vescovo di Casale, Bernardino Castellano della Barba. La devastazione dei dintorni e il peso dell’acquartie-ramento recarono gravissimo danno agli abitanti. Il cromista Bontempi giudica tuttavia che potevasi ringraziare Iddio che la fosse andata così poiché, data la pazzia di tutta l’impresa, sarebbe potuto intervenire di peggio.2 La letizia del papa per aver avuto ragione della rivolta fu diminuita dalla nuova giunta contemporaneamente d’ un accordo dei Veneziani con i Turchii.3 Ed anche l’emigrazione di molte famiglie da Perugia insieme colle spese enormi dell’impresa amareggiarono a Paolo III la gioia della vittoria.4 Una parte delle truppe usate 1 Cfr. Fbolliebe 459, 467. 2 Oir. Bontempi 380-383; Froiìierf, 463-472. La notizia della caduta tU Perugia giungeva a Roma già il 5 di giugno (cfr. Gttaltbeius, * Diariu’n; v. anche la * relazione di B. G. Oasotaino da Roma 6 giugno 1540. Aichivio H Stato in Siena). Il coniferimenito del gubemium Ptiruxiae a B. Castellarlo della Barba si compì con * 'breve del 17 giugno 1540 : lo stesso giorno B. Castellarlo ottenne il gubemium in comi-tatù otim Perugine, che ili papa aveva staccato dalla città (* Min. brev. Arni. Jfl, t. 17, n. 529, 530; ibidl : n. 557-558 * 0 eputatio di Castellarlo in looum tenentem generalem del! papa a Perugia e lontea. Archivio segreto pontificio). Cfr. le * relazioni dii G. B. Casolano da Roma 20 a 21 giugno 1540. Archivio di Stato in Siena. 3 Vedi la * relazione di G. B. Casolano dell’8 giugno 1541 (Archivio d i Stato in Siena); cfr. la * lettera del Farnese in diata 9 giugno 1540 in Vilnt iaturhericlite V, 281. 4 V. la »relazione di G. B. ('«solano del 15 giugno 1540 (Archivio dì Stato in Siena): * S. Bue si trovi de le case di Perugia peggio contenta i'oggì che prima che molto travaglio il® ha dato la partita di tante famiglie et ha ''avuto a diire che di Perugia non li è restato altro ohe le mura et che non sa che farsene». Circa le spese il medesimo addì 12 giugno 1540 riferisce: * < Dlcon costare al pa/pa le cose di Perugia più da 250“ due. fin oggi ».