322 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 5 e. profonda caduta di quell’uomo un tempo tanto venerato non può esserle giunta del tutto inattesa perchè nell’agosto del 1541 ad una osservazione, che tutti ritenevano l’Ochino per un uomo veramente cristiano, essa disse: Dio voglia che perseveri così.1 Fin d’allora quindi era sorta della preoccupazione nella nobile donna, tuttavia ciò che era avvenuto al presente dovette scuoterla nel più profondo. Conferì su tutto col suo direttore di coscienza, il Pole, al quale essa naturalmente sottopose anche la lettera d’Ochino del 22 agosto. Allorché l’ex-eappuccino le inviò da Ginevra una seconda lettera con una scrittura composta a difesa della sua apostasia, V. Colonna secondando il consiglio del Pole2 mandò subito tutto al cardinale Cervini colla significantissima osservazione seguente: mi reca profondo dolore, che Ochino, quanto più cerca giustificarsi, tanto più si accusi e quanto più mira a salvare altri dal naufragio, tanto più si precipiti nel vortice perchè si pone fuori dell’arca che salva e rende sicuri.8 L’atteggiamento ben fermo preso da Vittoria in questo momento decisivo, rispose pienamente ai sentimenti cattolici che essa esprime in molti dei suoi splendidi sonetti.4 Come Vittoria Colonna, così anche Giberti condannò assoluta-mente l’apostasia dell’Ochino e non ammise scusa alcuna. Egli esternò i suoi sentimenti in una lunga lettera al marchese del Vasto, in cui contemporaneamente determina in modo esatto i confini dell’azione riformativa per colui, che vuole rimanere nella Chiesa. L’indignazione per abusi nel governo ecclesiastico, così Giberti, non è una scusante per Ochino, giacché di mali ve ne sono sempre stati. Anche per l’avvenire coesisteranno bene e male. I santi e dotti antichi in tempi anche peggiori non hanno per ciò odiato, ma com- 1 Vedi Contile, Lettere I, Venezià 1565, 19. 2 Frantz ILÌt. Rundschau 1882, 432) osserva essere molto significativo-ipeT lui come per Vittoria, Che Pole la indirizzasse a questo rappreseliiante dell'indirizzo rigidamente ecclesiastico. s Carte guio di V. Colonna 256-257. * « Queste poesie ». dice Hauck (V. Colonna, Heidelberg 18S2, 53), « ci danno lume sull’átteggiamento assunto da Vittoria verso la riforma, e allora avanti tutto non pud sostenersi che essa si dimostri aderente del protestantesimo, fatto che non viene confutato dall'averla l’inquisizione avutti in sospetto di opinioni protestantiche. Ad cusa maneara precisamente ciò che è l'elemento protestante. Essa persisteva nel culto dii Maria e dei santi ecc. Nè Vittoria attienisi meno fermamente alle istituzioni della Chiesa romana. Come ne! sonetto a Carlo V qualificò il papa di legittimo pastore, così anche più tardi ella non poteva immaginarsi la Chiesa senza il papato». È opinione anche di Haknaok (Theol. Lit.-Zeitung 1882, nr. 11) che Retjmont « abbia più ragione di Bks-KATit » respingendo l’attatoco di Benrath in Allgem. Zcitung 1882, Beil. ni'. 4. A favore del sentimento cattolico di Vittoria cfr. inoltre Korting, Gcscìi. der Literatur Italiens III. 247; Campori in Atti dell'Emilia III 2, 18«. ; Fkantz in Litcr. Rundschau 1882, 429®.; Hobxeh in Histor. Jahrb. IX, 70 s. ; Grai;,'i;t ibi. t. X, 472 s. ; Luzio (v. sotto ip. 325, n. 3); F. X. Kraus, Essa i/s I, 291: Giom. d. lett. Hai. L, 272.