Risposta di Carlo V alla bolla del concilio (25 agosto 1542). 449 inaspettata morte del nobile Contarmi obbligò a nominare un sostituto e il papa pensò dapprima al Morone, ma affidò poi la legazione al cardinale portoghese Miguel de Silva. Costui s’era industriato molto per ottenere quel posto non sospettando in quale disposizione si trovava l’imperatore.1 La rigorosa neutralità, alla quale si vide il papa costretto in seguito alle minacce di Francesco I d’apostatare,2 era intollerabile a Carlo V. Poiché l’attacco veniva da Francesco I, il quale era alleato coi Turchi, egli era persuaso che fosse dovere del capo della Chiesa di dichiararsi contro il re francese e nella funzione di mediatore assunta da Paolo III vedeva un ingiusto parteggiare per il suo nemico. Lo offese profondamente la circostanza, che la bolla del concilio colla sua esortazione alla pace parlasse di lui, il difensore della cristianità, esattamente nello stesso tono come del suo mortale nemico Francesco I, che per lui era l’unico turbatore della pace. Da principio Carlo V combattè la propria eccitazione allo scopo di non dar luogo all’apparenza, che egli volesse impedire il concilio ed anche al fratello diede il consiglio di non scandalizzarsi pel tenore della bolla,3 Ma quando poco dopo ¡arrivò la dichiarazione di guerra della Francia, l’ira a lungo trattenuta per la neutralità pontificia scoppiò violentissima. Nella sua diffusa risposta alla bolla del concilio di Paolo III, che porta la data di Mon-:.'on 25 agosto 1542, Carlo V si lagna nel modo più amaro d’essere stato messo alla pari col re francese. Da figlio obbediente avere egli ognora servito al padre della cristianità, combattuto per mare e per terra con infinite spese, anzi con pericolo della vita, i Turchi e fatto di tutto per reprimere le eresie in Germania, mentre ' ambiziosissimo Francesco I mette in moto le armi degli infedeli contro i cristiani, dà esca alla pertinacia dei protestanti, impedisce il concilio ed ora sotto vano pretesto infrange anche l’armistizio conchiuso per mediazione del papa. Alla diffusa esposizione di tutte le sue controversie col re francese l’imperatore frammischiò numerose allusioni pungenti contro il papa, Sul bel principio si dice che Paolo III prenda ad esempio il padre del Vangelo, il quale riaccoglie bensì il figlio perduto, ma non lo colloca al di sopra dell’industrioso e obbediente. Poi segue la lagnanza ch’egli, l’imperatore, non possa a meno di prestar fede alla ciarlatanesca assi- 1 V. la * relazione di L. Tolomei del 26 agosto 1542 (Archivio di s t a t o in Siena) e di N. Semini stesso dì in App. n. 56 (Archivio ■Gonzaga in Mantova). Le credenziali iper ¡il Silva in Lanz II, 357 s. ; datate erroneamente presso Gayangos VI 2, n. 50. 2 Off. la * relazione di Serristori del 4 agosto 1542. Archivio di Stato in Firenze. 3 V. ■ la lettera dell’ll agosto 1542 in Korte 59, 83. Pastor, Storia dei Papi, V. 29