I francesi e Carlo Y - Partenza dell’ imperatore. 167 d’avere realmente fatto comunicare la cosa al re per il suo ambasciatore, ma di non aver creduto e di non credere neanche ora, che con tale accordo si troverebbe sufficiente sicurezza o che il re accoglierebbe le condizioni necessarie all’uopo. Il rappresentante di Francesco, I replicò : se Vostra Maestà fa fare al re proposte, delle quali crede che non possano venire attuate, gli è questo il segno massimo di sfiducia ; e l’imperatore : tutto quanto ho promesso al re riguardo a Milano è avvenuto ognora nella presupposizione che i miei alleati acconsentissero, ciò che non vollero fare; inoltre per il caso che il re richiamasse il suo esercito, ciò che non ha fatto ; oltracciò egli non ha accettato la cosa nel tempo fissato. Ciò non ostante qualora vòglia Milano per il suo figlio più giovane, il duca d’Angouléme, Francesco I mi troverà molto disposto- ad accordarmi con lui su questo punto. In queste aspre spiegazioni sfuggì all’imperatore anche un’allusione ironica alla stranezza del fatto, che egli dovesse pregare il re francese di accettare Milano per uno dei suoi figliuoli.1 Con una tale stonatura finì la dimora a Roma di Carlo V, che era cominciata sì splendidamente. La partenza degli imperiali dall’eterna città si compì in massimo ordine: essi lasciarono il migliore ricordo non essendo intervenuto il minimo eccesso.2 La soddisfazione per l’eccellente condotta dei soldati di Carlo V fu molto grande specialmente perchè molti Romani, ricordando il Sacco, avevano atteso la loro comparsa coi più tristi timori.3 Già durante la dimora dell’imperatore, Paolo III aveva ripetutamente dato a conoscere la sua grande contentezza per il contegno di lui : manifestamente egli s’era atteso da parte del potente -signore pretese molto più insidiose di quelle fattegli.4 Colle conferenze personali dei due capi della cristianità vennero sciolti dubbii, chiariti equivoci, eliminati sospetti.5 Carlo V donò al papa un magnifico diamante del valore di 14,000 ducati: Paolo III 1 IStugli incidenti del 18 aprile tratta minutissimamente la lettera collettiva degli inviati francesi citata a pag 164, n. 1. Gir. Gachard. Bibl. de Paris I, 476 ; la lettera di F. Peregrino presso Capasso I, 175 : la * relazione degU inviati senesi da Roma 19 aprile 1536 (Archivio di Stato in Siena) e la ‘lettera eli Ricalcati al Carpi del 19 aprile 1536. Arni. 8, Ord. 1, t. 1, f. 29. Archivio segreto pontificio. 2 Ofr. le ‘lettere di F. Peregrino del 17 aprile e 8 maggio 1536 (Archivio Gonzaga dn Mantova). V. anche Bontempi 371; la relazione del Salinas presso Villa, Carlos V y su corte, Madrid 1902. n. 304 e la * relazione degli inviati senesi del 17 aprile 1536. Archivio di Stato in Siena. 8 Ofr. le relazioni modenesi presso Capasso I, 162. 4 V. Nuntiaturberichte I, 72. 5 V. la “relazione di F. Peregrino dell’8 maggio 1536. Archivio Gonzaga in Mantova.