Difficoltà contro il concilio. 69 sì a lungo desiderato, ancor prima d’esere inalzato sulla cattedra di Pietro. Anche il nunzio Morone ricevette un’istruzione di contenuto eguale per informare re Ferdinando.1 Il re dei Romani s’addimostrò poco condiscendente ai desiderii del papa. Subito, alla prima comunicazione fattagli dal Morone2 della proroga avvenuta del concilio, nella quale circostanza il nunzio gli parlò già di Bologna o Piacenza, egli in considerazione dei luterani si dichiarò contro una città dello Stato pontificio e altrettanto fece Ferdinando allorché, conformemente all’istruzione del 27 aprile, il nunzio gli espose le intenzioni del papa.3 Invano il Morone aveva fatto rilevare, che non dovevasi tenere più conto alcuno dei luterani, i quali in generale non volevano saperne di concilio; Ferdinando respinse anche come inutile la preghiera del nunzio d’intformare alcuni principi della proroga del concilio dicendo, che fino a tanto che non eravi pace tra l’imperatore e ili re di Francia, il sinodo non poteva realizzarsi salvo il caso che il papa rinunciasse alla neutralità e si alleasse con Carlo V. Nel resto il re romano ripropose Trento come luogo acconcio per il concilio, dichiarando però che sarebbe contento di tutto ciò che l’imperatore accetterebbe. Fu pure fatto il nome di Udine siccome città adatta e comoda a tutte le nazioni nel caso che il sinodo dovesse tenersi nel Veneto. Come prima così anche ora Francesco I assunse un atteggiamento ostile al concilio. Nella prima udienza concessa al nuovo nunzio, Filiberto Ferreri vescovo d’Ivrea, egli ¡insistette sul punto, che era impossibile tenere un concilio ecumenico in tempo di guerra qual era quello d’allora ed aggiunse che senza la sua personale presenza non permetterebbe l’andata al sinodo neanche ai suoi prelati,4 lasciando poi senza risposta la preghiera del nunzio di lasciar pubblicare in Francia le bolle del concìlio. All’affermazione, che durante la guerra fosse impossibile tenere il concilio, il re tenne fermo anche nella seguente udienza, che per intromissione dei cardinali di Lorena e di Bourbon il nunzio potè avere soltanto un mese dopo. In quell’occasione Francesco I dichiarò che allora non poteva ancora decidersi per un luogo indeterminato. Ove il papa proponesse una città non sospetta, egli aderirebbe medi- 1 Ricalcati a Morone il 27 aprile 1537 in .Vuntiaturberiehte II, 152 a 155. 2 Morone a Ricalcati da Braga l’il maggio 1537 in V untia turi eri eh t e II, 160. a Morone a Ricalcati da Praga il 16 maggio 1537 in Nuntiaturberichte II, 165-167. * Ferreri a Ricalcati il 20 giugno 1537 presso Ehses IV, 130 e in Nuntia-turberichte II, 194, n. 2. Ofr. |Ehses, Franz I. und die Komiisfrage 312 c. Sulle rimostranze fatte dal nunzio (al cardinale 'Jean du Bellay per la condotta del re relativamente alle bolle e il suo tentativo di giustificazione, ibid. 313.