Paolo III va a Bologna (marzo 1543). Discussioni sul concilio. 461 dieta sarebbe arrivato un 'inumerò più grande di vescovi tedeschi. Conformemente alla politica di Carlo V, di vescovi spagnoli ne comparvero sì pochi1 come di francesi, ai quali Francesco I non permise che partissero.2 Quanto più s’andava avanti, tanto più svanivano le speranze di poter aprire il concilio. b. Paolo III aveva lasciato Roma ai 26 di febbraio del 1543 per recarsi a Bologna, parte a vantaggio degli sforzi suoi per la pace, parte al fine di essere più vicino alla sede del concilio. A Roma, dove correvano le più brutte voci sulle intenzioni dell’imperatore.3 molti furono contrarli al viaggio. Il papa lo compì tuttavia non ascoltando i lamenti dei Romani, le rimostranze dei cardinali e le preghiere dei congiunti, che richiamarono l’attenzione dell’attempato pontefice sui pericoli del viaggio in stagione cotanto sfavorevole. Legato rimase un’altra volta il Carpi: al comandante delle truppe, Alessandro Vitelli, venne commesso l’incarico di munire Cantei S. Angelo.4 Paolo III arrivò a Bologna il 17 marzo.5 Allo scopo di informarsi personalmente in modo più esatto sulla condizione delle cose a Trento e sulle idee dei legati, addì 3 maggio egli chiamò presso di sè Pole,6 che partì ai 5:7 In un concistoro dell’ll di detto mese si discusse ¡sulla questione se, date le circostanze del momento, si dovessero lasciare ulteriormente pendenti le cose a Trento o prorogare il concilio a tempo migliore. L’opinione generale dei cardinali fu, che gli sforzi compiuti fossero più che sufficienti a dimostrare lo zelo del papa. Se ora si proseguisse a tenere in piedi più a lungo il tentativo del concilio, non potere seguirne altro 1 Solo nel seguito dell’imperatore, in occasione del suo convegno col papa, vennero in Italia alcuni spagnoli (v. sotto p. 468). 2 II signore di Siney arrivato a Roma il 20 o 21 febbraio come inviato eli Francesco I e che iportò la risjposta negativa del re quanto al proposto ab-ì')Coamento, comunicò nello stesso tempo al papa, che nè il re nè i prelati francesi comparirebbero al concilio (Ehses IV, XK), n. 1, 314 ; cfr. anche 337 s., n. 5), 3 V. la lettera a Gran velia del 21 febbairio 1543 (ibid. 313). * Vedi Jovitrs, Hist. lliib. 43 ed Ehses IV, 316, n. 7. 5 Vedi Gualtekius, * Diarium (Archivio segreto pontificio; Misceli. Arni. 12, t. 58, f. 30Sb). Secondo questa fonte il {papa da Bologna si recò a Modena addì 2 aprile, di là a Parma (5 e 6 aprile) : l’S entrò in Piacenza ritornando a Parma il 15 rimanendovi fino al 19 e partendone poi per Ferrara, dove fece il suo solenne (ingresso ai 22 d’aprile (sulla permanenza ivi e sugli scopi intesi vedi Fontana II, 177 s. e Rodocanachi, Renée de Frutice 160 ss.). Ai 25 d’aprile il papa ritornò a Bologna, dove giunse addì 27 dalla Francia il Oapodiferro: il 12 maggio veniva inviato in Francia il Dandino (cfr. Piepeb 126). 6 Farnese à Pole da Bologna 3 maggio 1543 (Eiises IV, 328). 7 Parisio e Morone a Farnese 6 maggio 1543 (ibid. 329).