364 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 7. dottrina intorno ai tre gradi dell’umiltà presenta singolare affinità con ciò che in proposito osserva il Savonarola.1 Mia questo non ha ragione che di pietre isolate. La costruzione come tutto è un capolavoro rigidamente unito d’indole nuova, affatto originale. - In particolare quanto a quel modo di pregare, che vien detto meditazione in senso stretto, nessuno degli antichi h dato un’istruzione così profonda come Ignazio. Essa è ben lontana da qualsiasi fanatismo, risponde perfettamente alla ragione e alla fede, è apprensibile e diventa scuola della vita. Rimane ognora un fenòmeno memorabile, che un soldato, il quale non aveva appreso che a leggere e scrivere, il quale solo allora aveva dato addio ad una condotta molto mondana, abbia potuto comporre un libro spirituale di tanto fervore, chiarezza, profondità e forza. Ignazio stesso ed i suoi primi discepoli vi vedevano uno speciale intervento dello Spirito divino.8 Paolo III affidò l’esame del libro a tre teologi muniti di pie.’.:; libertà di cancellare e correggere: essi l’approvarono senza cambiare neanche una parola.4 Dietro preghiera del duca di Garndia, Francesco di Borja (Borgia), Paolo III emanò addì 31 luglio 1548 un breve, nel quale dichiarava che detti Esercizi erano pieni di pietà e santità, che avevano molto contribuito ai grandi successi ottenuti da Ignazio e dalla sua fondazione ; eglli li approvava e lodava in tutte le loro parti ed esortava caldamente tutti i fedeli a trarne profitto.5 Era desiderio d’Ignazio che mediante gli esercizi lo spirito del suo Ordine venisse impresso nei novizi. Queste sono le nostre armi. soleva egli dire e non voleva che nella Compagnia di Gesù si seguisse altra maniera d’orazione.6 Dagli esercizi venne condotto a lui nel 1543 anche il primo tedesco. Da Magonza Pietro Canisio, allora giovane di 22 anni, scrisse intorno ad essi a un amico in questi termini : ivi ho imparato « a pregare in spirito e verità : io sentivo per così dire in me un fresco vigore, che dall’anima riversavasi nel corpo stesso; fui totalmente trasformato in un altr’uomo ».7 Negli esercizi, specialmente nelle meditazioni sul regno di Cristo 1 Watrigant 102; cfr. ihid. 50-59. 77. 2 Lo riconosce snelle TTorx (p. 4-5). s AutoViof/rafta n. 27 (p. 52-53) ; Lettera di J. Polanco dell’S dicembre 1340 (Mon. Ignat. Ser. IV, I. 526). * Prefazione all’edizione del 1548 p. xvn (v. p. 363, n. 4). Spesso nelJe jitamipe le attestazioni dei tre censori sono premesse al libro degli' Esercì:i icfr. iibid. xvr). 5 Ihid. xiii-xv. 8 Baetoli lib. I. n. 20 (cfr. sopra p. 354, n. 1). 1 Canisii Fpistulae, ed. Brattnsberger I, 77.