La questione di Camerino. 203 luto ad attuare queste disposizioni con forza militare. Latino Giovenale Manetti e Girolamo Verallo, che al principio d’aprile del 1535 furono mandati dall’imperatore e dal re Francesco, ebbero missioni speciali riguardo al ducato di Camerino,1 di cui imi maggio fu formalmente investito Ercole Varano.2 Una gran parte dei cardinali, specialmente Ercole Gonzaga in tutto dipendente dall’ imperatore e molto ostile a Paolo III, non approvava che si procedesse colla violenza contro Camerino.3 Anzi Pier Luigi Farnese risolse di intervenire in persona. Che se sulle prime non ottenne nulla, egli però credette d’aver preparato un cambiamento di pensiero in Paolo III ; la sua speranza era, che l’imperatore riuscisse in una mediazione specialmente perchè era da prevedersi che il pericolo turco influirebbe sul papa. Anche Costanza Farnese moglie di Bosio Sforza, conte di Santa Fiora, promise all’inviato urbinate di intercedere presso il padre.4 I partigiani di Guidobaldo riponevano la loro più grande speranza sull’imperatore e per quanto Paolo III si mostrasse irremovibile, credevano che, qualora Carlo tenesse duro, il papa non darebbe del capo contro il muro.6 Nè s’ingannarono. La difficoltà d’un’impresa militare contro quella città sita in alto e fortissima ed ancor più l’opposizione di Carlo V e il pericolo turco fecero cambiare sentimento al papa e per l’intervento di Pier Luigi Farnese si stipulò in giugno un compromesso, in forza contro Camerino : * « Anzi (più tosto par che tutti l’officii fatti habiano nociuto, ba veneto pubblicati excoanmimicati questi signori non in uno et dui loglii, come si sole, ma per tutta Roma ». Il * 18 marzo G. M. della Porta narra, ohe l'ambasciatore veneziano s’era lamentato coll papa della scomunica, ma senza effetto. Il * 19 di medesimo dà nuova dell’interdetto lanciato sulla « eità e contado 'di Camerino. Il papa levò Ila casa qua di Roma alla duchessa dì Camerino». Archivio di Stato in Firenze. 1 V. la * lettera di G. M. della Porta del 5 aprile 1535 (Archivi o di Stato in Firenze); Piepee, Nimtiaìturen 110. 2 * Tutti uè conclusero, iscrive il cardinale E. Gonzaga di sentimenti imperiali e molto astile a Paolo III, «die s'el papa havesse Camerino, il darebbe agli suoi et non alla chilesa, ne a quelli che vi pretendono ragion dentro ». * Lettera cifrata ad Agnello del 15 maggio 1535. Cod. Barò. Ut. 5788, £. 152 della Biblioteca Vaticana. 3 * «Una buona pair|te de cardinali cometti/.a a jprehendteir ardir di biasfanar il disegno che ha il papa di fai guerra banche pachi siano quei ch’abiano animo di1 dirgline male. Cibo ancora lui) ecimenza a recognoscer l’errore suo dicendo non haver mai creso che s’andrà su tanto avanti ». G. M. della Porta a Urbino in data di Roma 20 marzo 1535. Archivilo di Stato in Firenze, Urb. 4 Cfr. le * lettere di G. 3VL dalla Porta a Urbino iella Roma 5 e 12 ¡aprite 1535. Loc. cit. 6 Cfr. la * lettera di G. M. della Porta a Urbino da Roma 5 maggio 1535. ove fra altro si notifica : * « Mons. di Palermo disse in capella ad alcuni cardinali senza rispetto: l’imlperatore viene in Italia et patron di tutti, ma non sarà già mai patron di papa Paolo che ha l’animo invicto». Loc. cit.