Vasari e i suoi affreschi nella gran sala della Cancelleria. 737 piegato.6 Perciò gl’incarichi toccarono a pittori di secando e ter-z’ordine, per lo più toscani. Il più eminente fra questi è Daniele da Volterra, scolaro del Sodoma e di Peruzzi, che lavorò con Perino del Vaga alla decorazione della Sala Regia e nel 1547 entrò nel posto del Vaga con un salario mensile di venti scudi.1 Allora il Volterra stava già totalmente sotto l’influenza di Michelangelo. Ciò appare chiaramente dalla sua Deposizione dalla Croce, che eseguì per Elena Orsini nella cappella fondata da costei alla Trinità de’ Monti. Questo quadro, ora purtroppo molto danneggiato, venne celebrato a ragione: è una composizione eccellente per movimento drammatico e disegno sicuro.2 Stava del tutto sotto la bandiera di Michelangelo come Daniele da Volterra lanche l’aretino Giorgio Vasari. Paolo Giovio e Bindo Altoviti nel gennaio del 1543 avevano chiamato l’attenzione del cardinale Alessandro Farnese su questo artista, che deve il suo nome ¡meno alle produzioni nel campo della pittura e dell’archi-tettura, che alle sue Vite degli artisti, le quali uscirono un anno dopo la morte di Paolo III.3 Una rappresentazione della Giustizia, che Vasari abbozzò per il cardinale Alessandro ed eseguì a olio, piacque talmente al cardinale, che scelse l'artista affinchè decorasse con freschi la grande sala d’ufficio del Palazzo della Cancelleria. Quest’opera doveva cogliere all’improvviso il cardinale al suo ritorno dalla legazione germanica, che si voleva celebrare come un grande trionfo, e perciò Vasari affrettò alPestremo il suo lavoro: erano passati solo cento giorni, che esso era compiuto (23 novembre 1546). Lo si vede anche; tale il giudizio di Michelangelo su questi affreschi. Persino il Giovio, amico di Vasari, dovette confessare che lasciava troppo da desiderare la somiglianza dei molti ritratti eseguitivi.4 Ciò non ostante queste pitture, che glorificano il governo di Paolo III, sono di non lieve interesse; esse formano come i precursori delle rappresentazioni nel castello di Caprarola.5 Sulla stretta parete destra Vasari dipinse la cancelleria apostolica sotto Paolo III, che, come dice la scritta, apportò il secolo d’oro.6 II papa, vestito di piviale e camauro, siede su un trono e 6 (Vedi pag. preced.) i Bektolotti, Speserie 204. 2 Cfr. Eeumost III 2, 725 ; AUgem. Zeitung 1858, nr. 217. 3 Cfr. sopra p. 690; Atti Mod. II, 121 s. 4 Tedi Atti Mod. II, 125 s. ; cfr. Kaixab 76s. ; 145 s. Dagli affreschi la sala d'officio ebbe il nome di « Sala dei Cento giorni ». 5 Gii affreschi vennero riprodotti nel periodico Chatolioum. Riv,. illustr. Roma 1899, vol. I, fase. 3, p. 11 ss. Le spiegazioni ivi aggiunte non sono sempre giuste, le iscrizioni non date integralmente. E poiché queste mancano anche in Fobceli,a, e, tìh’io mi sappia, sono pubblicate soltanto in una rara stampa privata, io le dò nelle note. 6 Aureum saeeulum condit \ qui \ recto aequaMUque ordine | cucta dispensai. Pastor, Storia dei Papi, V. 47