438 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 8 a. costui come all’imperatore la preghiera di lasciar partire per Roma i loro cardinali dovendovisi fare consultazioni con tutti i membri del Sacro Collegio intorno alla questione del concilio ecumenico.1 Anche dopo la nuova sollecitazione del papa, Francesco I rimase nel suo antico punto di vista, continuando ora pure come per l’ad-dietro ad essere contrario a un concilio per riguardo ai protestanti e ai Turchi :2 contro la partenza dei cardinali poi esternò tali difficoltà, che il nunzio Capodiferro riconobbe non esservi molto da sperare.3 Paolo III tuttavia rimase fermo sul suo piano di tenere il concilio. Addì 3 gennaio 1542 egli si consultò coi cardinali intorno alla questione del tempo e del luogo e tutti furono favorevoli a mantenere la Pentecoste (28 maggio) siccome termine dell’apertura. Quanto al luogo le opinioni furono assai disparate : con Mantova, Ferrara, Bologna e Piacenza da alcuni fu molto raccomandata anche Trento, ma a questo riguardo non si venne ancora a ferma risoluzione.4 Ai 4 di gennaio Morone iniziò da Modena il suo viaggio alla volta di Germania,5 dove per ben due volte aveva con ,segnalata capacità tutelato gli interessi della Santa Sede.6 In conformità colla proposta di Contarmi erangli stati dati come compagni per la riforma delle cose ecclesiastiche Roberto Vauchop e tre soci di sant’Ignazio: Pietro Fabro, Nicolás Bobadilla e Claude Le Jay.7 Per la riforma il Morone esplicò la sua attività già a Trento e Bressanone. Di questa faccenda egli trattò a Monaco col duca Guglielmo di Baviera, a Dillingen col vescovo di Augsburg e col capitolo della cattedrale, al quale ultimo fece severe rimostranze per l’infrazione del celibato, per i banchetti, l’eccessivo bere, il giuoco, la caccia, la ignoranza e il poco spirito. I canonici ascoltarono di buon animo queste esortazioni e dimostraronsi propensi a mutar vita. Il vescovo, che passava per il più dotto fra tutti i vescovi-principi di Germania, ringraziò per le sollecitazioni del papa trasmessegli dal Morone, che egli si sforzerebbe al possibile di mandare ad effetto e insieme lamentossi gravemente che i predecessori di Paolo III non ¡si fossero accinti vent’anni prima alla riforma della Chiesa tedesca, giacché ora, a suo giudizio, tutto riu- 1 Ehses IV, 212. Ofr. la »relazione di Ruggieri del 19 dicembre 1541. Archivio di Stato in Modena. 2 V. le relazioni di Capodiferro, Dandino e Ardinghello presso Ehses I' < 205 ss. ; cfr. Paixa vicini lib. 4, c. 16, n. 8. 3 V. le relazioni di Capodiferro in Ehses IV, 214, 215 s. 4 Colla lettera del Contarmi del 7 gennaio 1542 in Quellen und Forse1 imperi, II, 217 s., v. anche la relazione di N. Semini del 4 gennaio 1542 (A r c h 1-vio Gonzaga in Mantova) in App. n. 48. 5 Laemmer, Mori: Vatic. 398. « Giudizio di Korte (p. 52). ? Ofr. sopra p. 418 s.