Attacco dei Turchi e provvedimenti in contrario. 177 marittime di Ancona, Civitavecchia, Ostia e Terraeina, ma Roma stessa e tutte le rocche nel giro di 60 miglia.1 Paolo III era risoluto a rimanere nella sua capitale: fugga, così dichiarò egli, chi ha paura, io rimarrò al mio posto.2 Nell’agosto aveva riunito dentro l’eterna città circa 6000 soldati. Il comando delle truppe destinate alla tutela della costa venne conferito a Pier Luigi Farnese.3 Questi provvedimenti difensivi richiesero grandi somme di denaro: metterle insieme costituì una fonte interminabile di dispiaceri per il papa. Come in Roma stessa, così anche altrove, in particolare a Spoleto, Perugia, Ferrara, Urbino, le nuove tasse incontrarono la più grande opposizione.4 L’attacco dei Turchi, le cui navi con a bordo l’inviato francese comparvero nelle acque italiane sulla fine di luglio,5 si diresse non già, come s’era temuto a Roma, contro la costa dello Stato pontificio, ma contro le Puglie. Sebbene gli si fossero aggiunte cinque galere pontificie, sette navi napolitane e parecchie dei cavalieri di Malta, l’ammiraglio di Carlo, Andrea Doria, che in precedenza aveva con successo fatto presa di navi nemiche,8 era troppo debole per potere tener testa alla flotta molto superiore del nemico e in conseguenza si ritirò nel porto di Messina. I Turchi al comando di Barbarossa presero terra non lungi da Otranto nella rada di Castro e di là cominciarono le loro scorrerie devastando il paese e traendo molti in schiavitù.7 1 V. la relazione del 20 giugno 1537 presso Gharrière I. 330 e le * lettere di O. M. della Porta del 19, 22, 25 luglio e 2 agosto 1537 (Archivio di S t a t o i n Firenze). * Steph. Tarmili* è nominato commissario per fortificare le rocche intra 60 miUdfia al) urbe in data del luglio 1537 (Indice 300. (Archivio segreto pontificio). Sul progetto di assoldamento di mer-oenarii tedleschii v. Nuntiaturberichte II, 192, n. Addi 13 giugno 1537 Giov. Batt. Bianchieri riferisce da Roma a Bologna che * t Hoggi in concistoro si è statuito fare XVm fanti iter la guardia di Roma e deUi porti». Archivio eli Stato in Bologna. 2 Relazione di F. Rudi del 26 giugno 1537 presso Capakso I, 298. 3 Ofr. Gap asso T, 300 s. * Cfr. le * relazióni di G. M. della Porta a Orbino del'30 luglio, 2, 8. 10, 14, 21 e 24 agosto 1537. Archivio di Stato in Fi rea zie. s * « Del Turcho s’intende che è partito da la Vellona. ma'non si può sapere dove si fermerò», riferisce Niccolò Oasulano da Roma il 25 luglio 1537 (Archivio di Stato in Siena). Ofr. le * lettere di G. 51. diella Porta del 19, 22 e 25 luglio 1537 (Archivio di Stato in Firenze). Nei * Commen-larii della guerra de Venètiani con Sultano Solimano i587-1540 A. Longo dà la forza della flotta turca in 400 leone. Cod. 670 della Biblioteca Méjanes a A i x e Cod. it. 538 alla Biblioteca di Co r te e di Statoin Monaco e «1537 IuJi'i 30. Novum quo;l Andreas Dorrà cepit XI triremes Tur«! inter-fectis ad faterinecionéan hostibus apud insulam Corcyram » (* Ephem in Cod. Va t ic. 6978, f. 139b della Biblioteca Vaticana). Secondo la '* relazione cH G. M. della Porta del 30 luglio 1537 (Archivio di Stato in Firenze' furono anzi 14 le navi di cui Doria fece bottinò. 7 Cfr. Jovius, Iti ut. lib. 36; relazione presso Charrièrì: I. 330