48 Paolo III. 1534r-1549. Capitolo 1. bre 1535, era firmata dall’elettore Giovanni Federico di Sassonia, da Francesco duca di Brunswick-Liineburg ed anche dal langravio Filippo d’Assia. Essa dava chiaramente a vedere che gli Schmal-kaldici erano sicuri della loro preponderanza politica e pensavano, ora, che era offerto, di respingere quel concilio, che al tempo della loro debolezza avevano richiesto.1 Data la disposizione generale favorevole al concilio, che era largamente diffusa anche in circoli protestanti, gli Schmalkaldici non ardirono esprimere in modo del tutto aperto la cosa, però nella loro risposta chiaramente e con insulti al papa rigettarono qualsiasi concilio, nel quale il papa determinasse la forma e l’ordine e in generale qualsiasi assemblea fuori di Germania. Ed anche se lo ritenevano necessario, il concilio però doveva essere un sinodo affatto libero, in cui per di comune giudizio dell’imperatore, dei re, potentati, principi e autorità fossero elette da tutti gli stati persone atte e imparziali, le quali dovessero esaminare le controversie religiose e decidere secondo la parola di Dio.2 Ma col mettere avanti tale pretesa gli Schmalkaldici, poiché certamente comprendevano che un simile concilio non era possibile, 3 non fecero che dimostrare come in somma essi non volessero un concilio ecumenico. Per l’atteggiamento assolutamente avverso degli Schmalkaldici sono caratteristiche specialmente le osservazioni circa la forma e l’ordine del concilio. Allorquando, due anni prima, Clemente VII aveva voluto fissarli, i seguaci della nuova fede avevano protestato in contrario e nella loro risposta qualificarono di subdolo tale procedimento : lo stesso predicato essi diedero anche al nuovo papa, sebbene questi facesse dichiarare che s’avesse da lasciare allo stesso concilio radunato di trattare della cosa e di deliberare in qual modo si dovesse procedere: ora anzi essi volevano che ciò si dovesse stabilire prima e precisamente, come andavano svolgendo nella loro risposta, in guisa, che al papa siccome loro nemico non fosse concesso alcun influsso sul sinodo, non potendo egli figurare da giudice, ma dovendo comparire solo come parte, anzi come accusato, per giustificarsi dei suoi vizi ed errori.4 Nel loro atteggiamento affatto ostile contro il concilio offerto dal papa gli Schmalkaldici vennero corroborati da Enrico Vili d’Inghilterra e da Francesco I di Francia. 1 Giudizio di K. A. Menzel ili, 78. 2 Corp. Ref. II, 1018-1022. Ofr. Ehses IV, cxvi-cxix. 3 Un sinodo come lo volevano 1 protestanti, dice Riffel II, 404 « avrebbe nella sua variopinta, mostruosa forma superato di gran lunga la Convenzione nazionale francese«. * Vedii K. A. Menzel II, 78. Per la critica della risposta degli Schmalkaldici cfr. anche Paixavicini lib. 3, c. 18, n. 11 ss. ; Btjoholtz IV, 303 s. ed Ehses IV, cxvi-cxix nelle note.