162 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 3 a. massa del Colosseo poco prima liberata dalle fabbriche che aveva davanti e lo deturpavano. Meravigliato l’imperatore arrestossi per contemplare il mirabile anfiteatro. Indi passando per l’Arco di Tito cavalcò per il Foiro fino all’Arco di Settimio Severo. Dinanzi al Templum divi Romuli era stata abbattuta una costruzione che impediva la vista delle colonne di porfido dell’ingresso e delle antiche porte di bronzo. Erano pure state tolte le torri baronali del medioevo che sorgevano davanti al Tempio di Faustina. Dall’Arco di Settimio Severo il corteo piegò a destra in Via di Mar-forio verso Piazza S. Marco, dove su disegno del Sangallo era stato eretto un grande arco trionfale, che colle sue statue e pitture suscitò l’ammirazione dei contemporanei. Alla decorazione partecipò con altri artisti tedeschi anche quel Martino Heemskerk, i cui schizzi e famoso panorama offrono una preziosa immagine dello stato d’allora dell’eterna città. Da S. Marco si prese dapprima la Via Papale, poi si piegò a sinistra verso Campo de’ Fiori andando per Via de’ Banchi al Tevere. Al tuono dei cannoni di Castel S. Angelo si passò il ponte omonimo ornato di statue, raggiungendosi il Borgo decorato con tappeti come nella festa del Corpus Domini. Sulla Piazza di S. Pietro l’imperatore scese da cavallo e prestò l’usuale omaggio a Paolo III, che, ornato della tiara, aspettavalo nel portico della basilica, indi i due capi della cristianità entrarono nella chiesa di S. Pietro, dove si tenne una funzione religiosa, finita la quale il papa si recò coll’imperatore nella Sala Regia. Alla cappella di Niccolò V Paolo III si congedò, e parecchi cardinali accompagnarono l’imperatore alla Curia Innocenzdana, dove era preparata l’abitazione per lui.1 Il giorno seguente, 6 aprile, fu subito dedicato alle trattative sulle molte questioni pendenti, che da lungo tempo abbisognavano di essere messe in chiaro. Gli invitati riferirono che questo primo colloquio segreto dell’imperatore col papa durò più di sei ore.2 II 1 Vedi Blasius de Martinellis in Ardi. d. Soc. Rom. I, 331 s. Hülsen (Bilder aus der Gcsch, des Kapitols 24)) dice somma mente improbabile la, notizia che Carlo V abbia abitato nel palazzo Caffaxelli-Vidoni. Tomasetti (Il palazzo Vidoni, Botma 1905) pensa (p. 86) che dovrebbe pur esservi una sostanza di verità alla base della tradizione, che Carlo V abbia potuto fermar-visi per un giorno dandovi udienze : ibid. 34 s. riproduzione degli affreschi relativi alla storia di Carlo V, ¡della (fine del secolo xvi nello stile di Perin del Vaga esistenti nella grande siila, in cui avrebbero avuto luogo le udienze. Sull'abitazione dl (Carlo V in Boma Jacomo delli Herculani nelle sue * Memo-rie (f. 68 ; v. p. 19, n. 3) riferisce : * Allogiò 'in palazzo... cioè in lo apartamento che fece Alexandro [VII et quello clic fece Innocentio [Vili] ». 2 Vedi in App. n. 19 e la * relazione di Agnello dell'8 aprile ; cfr. la * lettera di F. Peregrino ¡del IO aprile 1536 (Archivio Gonzaga in ¡Manto v a). V. anche Ehses IV, 1, n. 3.