Gli sforzi dell’imperatore per la riunione dei cattolici e dei protestanti. 249 grande influenza di Granivella, che, politico in tutto e per tutto, considerava le cose ecclesiastiche come questioni meramente politiche, tanto che Held diede di lui questo giudizio: «vuole egli incollare, farla da maestro, mercanteggiare, comprare e vendere in fatto di fede, come se Iddio avesse affidato la fede e la dottrina ai ministri, giuristi e azzeccagarbugli, non ai successori di Pietro e degli altri apostoli ».1 Sostenuto da Weeze e dal vicecancelliere Naves egli sconsigliava al suo imperiale signore qualsifosse procedimento energico contro i novatori religiosi sempre spingendolo a trattative pacifiche per un componimento.2 Per tal via venne turbata la vista di Carlo V, che credeva alla realizzazione di ciò che, ripieno delle migliori intenzioni, desiderava con tanto ardore. Anche re Ferdinando, al cui naturale corrispondeva di temporeggiare, era molto propenso alle dispute religiose perchè voleva ad ogni costo impedire complicazioni guerresche in Germania e ottenere un aiuto da parte dell’impero contro i Turchi.3 E così allo scopo di eliminare il dissidio dogmatico Carlo V ai 18 d’aprile del 1540 risolse d’indire per il 23 di maggio una riunione dei principi cattolici a Spira onde trattarvi sulle concessioni da farsi ai luterani e sulla lega cattolica : a questa adunanza doveva seguire ai 6 di giugno una conferenza di religione coi nuovi credenti. I capi della lega Schmalkaldica, l’elettore Giovanni Federico di Sassonia e Filippo langravio di Assia, vi furono 'invitati dandosi loro pieno salvacondotto.4 I due principi risposero, che non potevano comparire in persona essendo troppo corto il tempo fissato per la conferenza religiosa ; che tuttavia avrebbero mandati i loro inviati e che qualora le cose s’avviassero verso la pace, vi si recherebbero. Insieme essi ebbero l’audacia di pretendere dall’imperatore che, ove risultasse che i cattolici tenessero fermo a idee non conformi alla parola di Dio, alla Sacra Scrittura e alla dottrina apostolica, comandasse ai medesimi di rinunziarvi.5 Contro le sue promesse l’imperatore aveva tenuto segreto al 1 Vedi Janssen-Pastor III1«, 624. 2 Vedi Janssen-Pastor TIP«, 469 s. Su Granvella v. anche Winkelm VIW III, 159; Brandenbi'rg, Morite von Sachsen I, 96; su Naves e il suo indirizzo libero in fatto di religione Mittett. de» osterr. Instituts XXVI, 280 s., 3021 s. 3 Vedi Janssen-Pastor III«, 472; Bttcholtz IV, 349. 4 Gli inviti partirono amlbedue il 18 aprile 1540 : quello ai protestanti è »“tato più volte stampato (IIortleder I, 130; Walch XVII, 453; cfr. Ehses IV, 183, a. 2); quello ai