Accoglienza fatta all ’Interim. 621 ricordò inoltre che Carlo V aveva fatto correre la voce, bastare che ; legati prendessero parte all’affare per salvaguardare la riputazione della Sede apostolica, ma che nel resto essi dovessero rego->rsi in tutto secondo la sua volontà e non turbare ciò ch’egli aveva messo in essere con tanta fatica. Paolo III opinava, che qualora avesse da mandare ad Augsburg dei legati solo per eseguire gli ordini di Carlo V, egli doveva perdere completamente la sua dignità e l’imperatore diventerebbe quindi papa.1 Onde rendere accettabile Ylnterim agli Stati cattolici, fors’an-che onde acquietare i suoi proprii scrupoli di coscienza, rimpera-tore eziandio all’ultima ora aveva fatto fare alcuni cambiamenti nella formola. La presentazione alla dieta veniva giustificata colla « remissione » deH’affare a lui. Già nella discussione subito fattasi dagli Stati dellTmpero si fece notare un’opposizione, la quale in parte fondavasi sul fatto, che la formula doveva valere non per tutti, ma soltanto per i protestanti. Senza darsene cura, l’Elettore di Magonza dichiarò in nome degli Stati, che, poiché avevano rimesso aH’imperatore l’ordinamento provvisorio della religione controversa fino alla decisione d’un concilio ecumenico, conveniva che essi obbedissero al decreto imperiale. Poiché questa, dichiarazione non trovò opposizione, l’imperatore ne dedusse, che il suo ordine fosse approvato da tutti, ma in breve gli toccò di disingannarsi. Quantunque gli ulteriori passi venissero tenuti segreti al possibile, Sfondrato riseppe ben presto, che l’elettore Maurizio di Sassonia mostravasi molto poco propenso a\VInterim e che ancora di peggio era da aspettarsi dalle città. Da colloquii col confessore Soto e altri egli dusunse, che l’imperatore in caso spingerebbe avanti il nuovo ordinamento delle cose religiose in Germania c>nza del papa. In un’udienza avuta da Sfondrato ai 21 di maggio Carlo manifestò senza velo la sua diffidenza verso Paolo III, come pure che eseguirebbe il suo proposito anche senza costui : i legati compaiano con sufficienti poteri, altrimenti a nulla servire la loro missione. Nell’affare di Piacenza essere risoluto a non far nulla fintantoché non fossero soddisfatte le sue richieste. Relativamente all 'Interim lo Sfondrato fu in grado di riferire che crescevano continuamente le difficoltà.2 Su questo punto Santa Croce si diffuse ancor più a lungo nella sua relazione del 22 maggio notificando che al tentativo di persuadere le città queste avrebbero ricordato all’imperatore la promessa loro fatta di nulla cambiare quanto alla religione senza il concilio. Santa Croce era d’idea, che Ylnterim 1 Relazione eli Vivaldini (lei 16 maggio 154S in Nuntiaturbcriehte X, 511. 2 V. 1« lettere di Sfondrato del 18, 22 e 23 maggio 1548 in Nuntiaturbe-r,ohte X, 333 s., 337 s.