Lagnanze del papa riguardo all’imperatore. 173 In vista della continuazione della guerra fra l’imperatore e il re il papa cadeva talvolta in un umore quasi disperato. Coll’ambasciatore veneziano egli diede sfogo specialmente al suo sdegno riguardo all’imperatore, che litigava colla Francia per una faccenda relativamente piccola mettendo con ciò in giuoco la esistenza della cristianità. Se gli parlo dei Turchi, mi si risponde che debbo rinunciare alla neutralità, dichiararmi contro la Francia e lanciare la scomunica contro quel re a causa della sua alleanza cogli infedeli. Ma la via per opporre resistenza al sultano non la è quella di staccare dalla cristianità la Francia ricca e potente. In questo colloquio Paolo III elevò persino l’accusa, che l’imperatore, il quale promettendo aiuto aveva indotto Clemente VII al mal passo di procedere contro l’Inghilterra, fosse in colpa del distacco di quel regno dalla Chiesa : inoltre Carlo avrebbe trascurato di agire a tempo opportuno contro i luterani in Germania e forse anche favorito lo sviluppo dell’eresia per poter mettere tanto più solidamente il suo piede sull’Italia e sulla Chiesa!1 L’eccitazione del papa crebbe allorquando riuscì infeconda presso i due monarchi belligeranti anche la missione, decisa alla metà di febbraio, di due nuovi legati per la pace, Mario Aligeri vescovo di Rieti e Cesare de’ Nobili.2 Poiché nulla v’era da sperare da Venezia, che per diffidenza verso l’imperatore cercava di mantenere in ogni modo la pace col sultano, il papa onde difendere il suo stato dall’attacco atteso dei Turchi3 si vide ridotto a fare assegnamento sulle sole sue forze. In tutta fretta egli fece arrotare truppe e mettere in stato di difesa i porti d’Ancona e Civitavecchia.1 Arm, 41, t. 5, n. 92 (ArchlviosegretapontiSficio); v. ibid. «. 91, 9Jt, 102 * brevi consimili del 6 marzo a Federigo Gonzaga, Firenze. Siena, Luoca, Genova e al cardinale Caracciolo nella sua qualità di governatore di Milano. Con » bolla deil 20 marzo 1537 (ibid. n. 96) le due decime vennero estese anche alla città di Avignone e al contado Venesino. 1 V. la lettera di Bragadino del1 3 gennaio 1537 presso li. Beown V, 52 s. ; cfr. Baumgarten, Karl V. Ili, 228 s. 2 Raynald 1537, n. 1-2, 48; Pieper 100 s. 112 s. ; Ensr.s IV, 129s. Sulle trattative della commissione cardinalizia Intorno all’invio dei due legati per la pace riferisce per la minuta il segretario del cardinale E. Gonzaga al castellano di Mantova in una * lettera in data di Roma 12 febbraio 1537 (Cod. Bari), lat. 5789, f. 18b della Biblioteca Vaticana). * F. Peregrino notifica la partenza dell’Aligeri il 22 febbraio 1537 (Archivio Gonzaga in Mantova). Secondo le * Ephem, del Cod. Vatic. 6978, f. 139 della Biblioteca Vaticana i due nunzi come anche il Pole partirono il 17 febbraio 1537, secondo G. M. della Porta invece (v. sopra ¡p. 110, n. 1) soltanto il 18. s * « Del Turcho ogni giorno rinfrescano le nuove del apparato grande che fa per mar et per terra », riferisce Xiccolö Oasulano da Roma ai 10 di febbraio del 1537. Archivio di Stato in Siena. 4 Vedi Raynaud 1537, n. 48; Guglielmotti II, 12 e la ** lettera di F. Peregrino del it gennaio 1537. Achivio Gonzaga in Mantova.