176 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 3 b. sorto il pericolo che costui apostatasse dalla Chiesa e incitasse i Turchi ad attaccare Roma. Al fine di assicurarsi contro tale eventualità, Paolo III prese provvedimenti militari a Roma. Che se i suoi nemici vi sospettarono dietro tutt’altre intenzioni, ben presto si vide che tutte le voci del genere messe in giro erano mere chiacchiere.1 Non meno doloroso di questi sospetti fu per il papa che, sebbene le notizie sui propositi del sultano risuonassero sempre più minacciose,2 gli toccasse d’incontrare le più grandi difficoltà nel. procurare i mezzi finanziarii destinati alla guerra turca special-mente nel suo proprio Stato. I curiali, i romani, gli inviati, le città e baioni dello Stato pontificio, tutti elevavano lamentanze e facevano difficoltà su difficoltà,3 ben rispondendo loro il papa che quando è ammalato il capo tutti i membri devono soffrire.4 Alla fine di giugno egli prescrisse preghiere, digiuni e una processione da S. Marco alla chiesa della Mùnerva, alla quale parteciparono tutti gli Ordini e confraternite e in cui fra i supplicanti si vide anche il papa a piedi scalzi.5 Si fecero febbrilmente preparativi poiché di-cevasi che mai i Turchi avevano raccolto tanta forza come questa volta.0 Quanto apparisse seria la situazione ci è mostrato dalla circostanza, che vennero messe in istato di difesa non soltanto le piazze 1 Vedi Statfetti, La politica di pupa Paolo III in Ardi. stor. Ilal, 5. Serie XXXIII, 74s. 2 Cfi'. Nuntiaturberichte II, 192. n. 2; In »lettera del cardinale Piceelo-mlni a Siena da Roma 15 giugno 1537 (Archivio di Stato in Siena) e le * relazioni di A. Strozzi a Cosimo de’ Medici da Roma 15 e 23 giugno 1537. Archivio di Stato in Firenze. a Cfr. le ** caratteristiche lettere dii F. Peregrino dia Roana 14, 21 giugno, 6, 23 luglio 1537 (Archivio Gonzaga in Mantova).Cfr. anche le* relazioni di A. Strozzi del 23 giugno 1537 e di A. Theibaldesoo> del 28 ghigno 1537 a Cosimo de’ Medici nell’A rchivio di Stato in Firenze e ibid. le * lettere di G. M. della Porta a Urbino del 13, 22, 25 giugno e 5, 6, 10 e 14 luglio 1537. Il 30 luglio 1537 * « Io. Bapt. Quietus detputatus commissarili« cum 100 equiltibu« ad loca alta tua eccles., quae 1 due. prò foculari non solvenllnt, ut mule tei et cogat» (Min. brev. Arni. J/l, t. 7, f. 481. Archivio segreto pontificio). ITna * bolla del 6 ottobre 1537 ordinava la riduzione delle tasse da un ducato prò centenario dei monasteri alla metà delle entrate e permetteva <ì vendessero beni monastici (loc. ciit. t. 8, n. 271 ; cfr. t. 7. f. 501, 502). * V. la relazione dell’inviato bolognese in Capasso I, 297. o Ofr. il diario presso Casimiro, Aracocli 327 e le * relazioni di F. Peregrino del 20 e 30 giugno 1537. In quest’ultìma leggiamo : * « N. S. lunedì prosino» di S. Marco alla Minerva anderà in processione a piedi scalzi» (Archivio Gonzag a In M a ut o va). Ctfir. aniche VEphem, di Cornelio de Fine in Coi, Ottob. 161J/ e le * Ephem. in Coil. Yatic. 6978, f. 139k della Bili lioteca Vaticana. 6 Cfr. la * E pii mi, di Cornelio de Fine in Cod, Ottob. 161 \ della Biblioteca Vaticana. * « Roma sta in grandissimo timor de Turchi», riferisce A. Thebaldeseo il 28 giugno 1537 (Archìvi odi Stato in Firenze). Cfr. anche Sadoleti Opera I, 249.