Decorazioni in Castel S. Angelo. 719 stucchi rilucenti in bianco e oro.1 Negli anni 1542-1549 le spese 'iirportarono niente meno che 8672 ducati.2 Cose grandi nell’arte della decorazione vennero compiute anche in Castel S. Angelo, dove Paolo III prima di tutto fece ampliare e decorare il piano inferiore del piuttosto angusto3 appartamento papale, che sorge sull’antica rotonda : in quei locali »’incontrano ripetute volte il suo nome e la sua arma.4 Come riscontro alla Loggia di Giulio II rivolta verso la città, ne fu eretta una seconda, la Loggia di Paolo III, che Girolamo Sermoneta, Pier Antonio Casale e Raffaello da Montelupo decorarono con stucchi.5 SangaUo poi aggiunse all’appartamento papale u® nuovo piano, che contiene una fila di spaziose camere, la cui splendida 'decorazione fa maravigliare chiunque le visiti. La sala principale, in cui s’entra dalla Loggia di Giulio II per un ingresso di buon gusto, è detta, dal nome di chi la fece costruire, Sala Paolina od anche ¡Salone del Consiglio. Tutt’una schiera d’artisti, fra i quali parecchi scolari di Raffaello, venne impiegata a decorare nel modo più splendido questo e gli altri locali. Nei conti insieme a Pelino del Vaga-e Giovanni da Udine, compaiono Luzio Luzzi, Marco da Siena e Girolamo Sermoneta. È difficile stabilire in dettaglio la parte spettante ai suddetti. Nella Sala Paolina è già un’esimia opera, d’arte il soffitto stuccato in bianco e oro. Esso è diviso in sei rettangoli che offrono pitture a color chiaro tolte dalla storia biblica, e 1 Vìetlì Vasaki V, 624; Platner II, 238 s. ; Barbier, Musées 86 s. ; Armellini, Chiese 785; Letaroitllly-Simil II. pianelle 25; Burckhardt. Cicerone 184 ; Bijrckhardt-Holtzingeb, Gesch. der Renaissance 211, 356 ; Glaitsse, Sani/allo II, 362 s. ; Lanciasi, Soavi II, 132«. Per i suoi scopi quest’ultimo lia addotto i futuri di cmto di Paolo III nelI’A rch i vi o di Stato in R o m a. Alcune notizie derivatene anche presso Bertolotti, Speserie 182, 188. 189. Va riservata a una monografia speciale la piena utilizzazione di questa fonte. Per questi * conti (cfr. 14 febbraio e 10 marzo 1543) viene assicurata anche la parte avutavi da Iacopo Sansovino (Iacdbus Venetus scultore). L’arma «ne la volta de la Sala de li Re» fu ¡posta alla fine del 1542 (v. * Edif. pubi 1542-1548; Tes. sei). 151,2-154$). Un Guglielmo scultore (certo il della Porta) fece nel 1546 le porte di marmo. Daniele da Volterra cominciò a dipingere nell’agosto del 1548 (Bertolotti 189, 191 )>: egli riceveva 20 ducati al mese (* Edif. pubi. 1542-1547, f. 15Sb. Archivio di Stato isi Roma). Su Pastorino v. sotto, ¡p. 740. 2 V. * Edif. pubi. 1542-1549, f. 29-30. Archivio di Stato in Roma. 3 Rileva la cosa Fichabo, Italia 51. * Cfr. Borgatti 187 s. L’iscrizione del 1546 addotta dal Forccelxa (XIII, 145, n. 254) trovasi nel Cortile dell’Angelo alla parete di fronte alla cappella. Un piccolo sparto, che fa da ingresso al Castello pròpriamente detto, devesi parimenti, conforme all’iscrizione (Forcella XIII, 144, n. 253), a Paolo III, i cui gigli ornano il fregio. 5 Vasari V, 628 s. ; Bertolotti, Speserie 207 e .1 rt. Subalp. 77. Secondo l’iscrizione (Forcella XIII, 144, n. 252) la Loggia fu finita nel 1543. Nella graziosa Loggia di Giulio II l’arma dei Rovere venne sostituita da quella dei farnese !