264 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 5 b. Farnese a’ 24 di luglio in una lettera a Morone esponendo nello stesso tempo la posizione in linea di principio della Santa Sede relativamente ai negoziati religiosi in Germania. Secondo quanto si vocifera intorno alla dieta di Hagenau, specialmente dopo la proposta e l'insistenza di Ferdinando per un componimento ia qualunque prezzo coi luterani, avere il papa perduto la speranza d’un esito felice dell’adunanza, tanto che ha esitato ad esporre la dignità della Sede apostolica a una nuova offesa ed a dare coll’invio di un legato una certa autorità a deliberati, che facilmente potrebbero andare a favore dei luterani. E la lettera prosegue così : per quanto Paolo III desideri la vera unione e la conciliazione dei luterani colla Chiesa, altrettanto però egli ha in orrore l’annuenza a concessioni, per le quali non dovrebbe nascere che maggior danno e discordia nelle faccende religiose. Poiché se si concede ai luterani una delle cose, che essi considerano come di diritto positivo, e gli altri punti pertinenti alla fede cattolica si rimettono al concilio, deve anzi tutto derivarne un grande pregiudizio contro !le dottrine essenziali della religione nostra, giacché diverrà poi dubbio anche ciò che è già deciso dai1 concilii e confermato dall’autorità di tanti santi. Inoltre se si trascina ancora più a lungo la riunione del concilio, sarà molto difficile rifiutare ai seguaci della nuova fede ulteriori concessioni, mentre essi in virtù dell’ottenuto hanno un’occasione molto favorevole per sedurre il popolo anche in dottrine religiose sostanziali. Da ultimo il cardinale Farnese ricorda, che un cambiamento unilaterale degli usi ecclesiiastici esistenti da secoli presso tutte le nazioni della cristianità causerebbe grave scandalo.1 Quanto fosse grande il malcontento del papa per l’esito della dieta di Hagenau appare da una lettera del 19 agosto di Farnese al Cervini, in cui con chiarezza e acutezza vengono fatti risaltare i pericoli di simili assemblee e si dà incarico al legato di lavorare perchè la questione religiosa venga rimandata dall’adunanza alla dieta dell’impero, dove il sentimento veramente cattolico dell’imperatore lasciava sperare migliore riuscita. Qualora l’imperatore non dia seguito a queste osservazioni, il legato deve almeno operare presso dii lui perchè venga diminuito il numero dei disputanti allo scopo d’impedire la penetrazione di elementi sospetti. Inoltre egli deve pregare l’imperatore di non lasciare esclusivamente ai principi la scelta dei deputati e di cercare che dotti eminenti, come Bck o Pighe, partecipino alle discussioni e precisamente, se possibile, nel numero ristretto dei disputanti, altrimenti come suoi rappresentanti o in altra veste. Per le ragioni riferite il papa si astiene dal mandare dotti alla dieta, tanto più che forse i suoi rap- 1 Laemmep. I/o«. Vatic. 294-s. : Nuntiaturberichte V. 455 s.