56 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 1. Nell’istruzione s’inculcava in modo speciale a van der Vorst di non discendere a controversie su questioni religiose 'insegnando l’esperienza, che con ciò non si farebbe che confortare nella loro pertinacia quelli di altro pensare : si faccia il rifiuto di trattare di simili oggetti dando per motivo l’imminenza del concilio, nel quale ognuno poteva liberamente dire la sua opinione. Dappertutto Vorst presenti le sue proposte in modo affatto uniforme e, formulandosi difficoltà contro Mantova, accenni che detta città era stata scelta d’accordo coll’imperatore, col re dei Romani e con gran parte dei principi tedeschi : chi voglia fare obbiezioni in contrario, si rivolga direttamente al papa. Pietro van der Vorst mise il piede sul territorio deirimpero a Trento ¡il 18 ottobre 1536. Visitò poi Bressanone e per il Pustertal recossi in Stiria, dove ai primi di novembre si incontrò a Bruck con re Ferdinando, che accompagnò a Vienna.1 Il nunzio, intorno al viaggio del quale abbiamo l’attraente relazione del suo segretario Cornelio Ettendus, da Vienna visitò dapprima i principi del circolo bavarese: il vescovo di Passavia, il cardinale Lang di Salisburgo, il duca Guglielmo di Baviera, Filippo vescovo di Frisinga e il fratello del medesimo, conte palatino Federico, finalmente i vescovi di Eichstätt e Augsburg. Presso tutti questi principi cattolici fu fatta a van der Vorst un’accoglienza cordiale e cortese. Rendevansi lodi al papa perchè, non ostante la guerra di nuovo scoppiata tra Carlo V e Francesco I, pensava seriamente a tenere il concilio. Non senza trepidazione il nunzio si indirizzò poi agli Stati protestanti, prima di tutto al marchese Giorgio di Brandenburg-Kulm-bach e al consiglio della città libera di Norimberga. In ambedue Vorst non trovò cattiva disposizione. Il marchese non fece bensì mistero dei suoi sentimenti luterani, ma accolse urbanamente e ringraziando l’intimazione del concilio. Egli però come anche i Norimberghesi dichiarò che non poteva promettere nulla senza intesa colla lega schmalkaldica. A Bamberga, dove il vescovo accolse rispettosamente l’invito al concilio, un’inondazione costrinse il nunzio a fermarsi sei giorni: da Würzburg, al cui vecchio vescovo il Vorst tributa grandi lodi, dovevasi poi far visita all’elettore Giovanni Federico di Sassonia, dal quale siccome il più potente, dipendeva la decisione dei protestanti.2 Fin dal principio l’Elettore sàssone trattò il nunzio colla più sitaría di Lo va ni o (Cod. 1081) e riella Biblioteca Regia di Bruxelles (Cod. 16510). In una nuova edizione andrebbe addotto l’originale, ora al British Museum in Londra (Addit. im. 32275). 1 Ehses IV, 44 s. 2 Cum quo est summa rerum, dice Vorst nella sua relazione >a Paolo III del 23 ¡gennaio 1537 presso Ehses TV, 67.