Ottavio Farnese a Piacenza disobbedendo al papa-Paolo III s’ammala. 639 credevasi, ch’egli in fondo approvasse il contegno d’Ottavio, il quale era sempre stato il beniamino.1 Di ciò però non può parlarsi, che anzi il papa scrisse a Camillo Orsini di non assecondare i de-siderii del nepote. Inoltre parte a voce parte in iscritto a mezzo di messi speciali fece pervenire a Ottavio l’ordine preciso di ritornare subito a Roma. Ben lungi daH’obbedire, il duca non esitò a invocare l’aiuto di Ferrante Gonzaga, il nemico mortale della sua casa. Gonzaga si dichiarò pronto a prestare il desiderato soccorso qualora Ottavio si contentasse d’un indennizzo per Parma o almeno volesse tenerla come feudo daH’imperatore. In seguito a questo il nepote scrisse al Cardinal Farnese che egli aderirebbe alle condizioni di Ferrante, qualora il papa non gli ridesse subito la città.2 Addì 5 novembre Paolo III, che due giorni prima aveva celebrato l’anniversario della sua incoronazione,3 ricevette autentica notizia della disobbedienza e della condotta ingrata del suo viziato nipote. Il giorno seguente, quantunque fosse molto freddo, egli recossi sul Quirinale a quella villa, che un tempo era stata del cardinale Oliviero Carafa. Là il cardinale Farnese gli lesse la lettera d’Ottavio. L’ira di Paolo III fu sconfinata e tanto più grande quanto più riconobbe che il cardinale Farnese stava dalla parte dell’insubordinato. Lo assalse una febbre violenta, alla quale si accompagnò anche un raffreddore.4 Sotto l’influsso delle agitazioni degli ultimi giorni il vecchio ottantaduenne, che fino allora aveva goduto d’invidiabile freschezza, si spezzò. 11 7 il Cardinal Farnese fece presidiare Castel S. Angelo da Astorre Baglioni e chiudere le porte di Roma.5 II 9 le condizioni del papa parvero disperate. Il uo spirito era sereno'. Ancora una volta raccolse intorno al suo ietto i cardinali. S’aspettava che nominerebbe due cardinali riservati in petto, ma ciò non avvenne. Paolo III non fece che raccomandare ai cardinali con poche parole gli affari della Chiesa e i suoi cari nepoti.6 Dato il suo forte amore per la famiglia è affatto 1 Vedi Bbosch in Mitteíl, des ósterr. Instituís XXIII, 151. Già in una * lettera di G. M. della Porta del 14 dicembre 1537 (Archivio di Stato in Firenze) Ottavio è qualificato «idolo» di Paolo III. 2 Pallavicini lib. 11, c. 6; Ribier II, 247 s. ; Druffel I, 294; Lett. dì B. Cavalcanti xv ss. ; Misceli, d. stai'. Ital. XVII, 126 s. ; Gu alano 89; de Leva V, 56 s.; Carte Strozz. I, 1, 431. 3 Ofr. Ribier II, 251 s. 4 Ofr. il diigpaccio di M. Dandolo presso de Leva V, 59; la relazione di «l’Urfè presso Ribier II, 252 s. ; quella di Lasso presso Druffel I, 294 ; * quella (li Scipione Gabrielli del 7 novembre 1549 (Afeli ivi© di Stato in S i fina) e »quella di U. Strozzi (Archivio Gonzaga in Mantova) del 7 novembre in App, n. 83; v. anche Merkle I, 873; II, 3, 491. 5 * « (The non entra nè esce un uccello », scrive B. Ruggieri ai 7 di novembre del 1549 (Archivio di Stato in M od e n a). V. anche la * relazione di Scipione Gabrielli del 7 novembre 1549. Archivio di Stato in Siena. 6 V. la relazione di d’Urfé e quella del cardinale Ippolito d’Este del 9 no-