450 Paolo ili. 1534-1549. Capitolo 8 a. curazione di Francesco I, che il Sacro Collegio dipenda appieno dalla sua volontà. Alla fine Carlo V osserva senza velo, che ove comprendesse bene il suo dovere, il papa sarebbe in obbligo di prendere decisamente partito contro Francesco I essendo questa l’unica via per la quale sia dato di rendere possibile la celebrazione del concilio e di sanare i mali nella cristianità : da uomo prudente il papa risponda a se stesso se altrimenti quell’assemblea potrà venir frequentata dagli Stati dell’impero e dai vescovi degli Stati imperiali.1 L’ambasciatore imperiale consegnò al papa, che allora era a Perugia, Pirata lettera di Carlo V addì 18 settembre esigendo nuovamente in detta occasione, che il capo della Chiesa dovesse finalmente prendere partito contro Francesco I. Anche ora però Paolo III rimase fermo su quanto già Panno prima aveva dichiarato al Granvella, cancelliere di Carlo Y, cioè che a Roma bisognava considerare la neutralità un bisogno come il pane quotidiano. -Questa veduta era divisa anche dai cardinali, eccezioni fatta naturalmente dei partigiani di Francesco I e di Carlo V. Fra costoro il cardinale Dionisio Laurerio andava, sì avanti da pretendere che s’avesse da togliere a Francesco I il titolo di re cristianissimo e da procedere contro di lui colla scomunica e la dichiarazione di guerra.3 Ciò che tratteneva il papa dall’applicare contro il re francese i mezzi più rigorosi, era sopratutto il completo insuccesso delle pene ecclesiastiche pronunciate contro Enrico VIII. Tentare altrettanto anche contro la Francia parevagli addirittura una pazzia, poiché con ciò egli non solo avrebbe separato un membro dalla cristianità, ma diviso affatto in due piarti la cristianità stessa. ' Quanto alla lettera imperiale il Farnese addì 19 settembre 1542 notificò al nunzio Poggio che seguirebbe una risposta dopo il ritorno del papa a Roma, confutandosi però nello stesso tempo per informazione del nunzio rimostranze sollevate da Carlo V contro la forma della bolla.5 Frattanto s’era dato principio ai preparativi più prossimi per il concilio. Prendendo espressamente in considerazione l’imminente concilio, addì 2 giugno era stato completato il Collegio cardinalizio colla, nomina di sette membri nuovi, fra cui il Morone.6 In agosto venne mandato a Trento un prelato con alcuni altri oifi- i Nel testo latino stampata da ultimo presso Ehses IV, 238-245; cfr. Pat-lavicini lib. 5, c. 1, n. 1, 2 ; Korte 58 iss. a Ehses IV, 245, n. 1. 3 Sulle discussioni d’allora cfr, Jovius, IH st. lib. 42. 4 Cfr. Paixavicitìi lib. 5, c. 2, n. 1. o Ehses IV, 247. o Ofr. Paxxa.vicini lib. 5, c. 1, n. 7; Farnese a Poggio 4 giugno 1542 (Eiises IV, 231 s.) e sopra p. 134 ss.