136 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 2. alto grado, che persino il Bembo gli tributò le sue lodi. Incaricato nel 1516 di riformare il monastero di Lerin superbamente sorgente presso Cannes sulla riviera, vi fondò un’accademia per la coltivazione degli studi umanistici. Fu abbate colà nel 1524-1527 e dopo passeggiera dimora a Modena e Perugia, nel 1532 assunse la direzione del convento di S. Giorgio Maggiore a Venezia, che per lui diventò centro di eruditi. Nella città della laguna poi egli strinse la più intima amicizia col Contarmi, che lo chiamava la pupilla dei suoi occhi. Contarmi e Sadoleto richiamarono l’attenzione di Paolo III su quell’egregio uomo, che aveva già incitato Leone X alla riforma e sotto Adriano VI con un lavoro scritto classicamente aveva difeso contro i novatori religiosi la venuta di san Pietro a Roma'. In tutto il suo èssere il Cortese avèva una sorprendente somiglianza col suo compatriotta ed amico Sadoleto: mite, placido, irenico, spesso eccessivamente ingenuo nel giudicare i novatori religiosi.1 E fu anche il Sadoleto che chiese a Paolo III di riempire il vuoto, avvenuto nel Sacro Collegio per la morte del Fregoso, col Cortese siccome quegli che pòssedeva tutte le qualità volute, talento, dottrina, eloquenza, assennatezza, pietà, spirito rigorosamente sacerdotale e intemeratezza.2 Ai dotti e pii religiosi Badia e Cortese s’accompagna degnamente il vescovo della loro città, Giovanni Morone.3 Nato il 25 gennaio 1509 a Milano da quell’uomo di stato, al quale il Pescara offrì la corona italiana, egli studiò dapprima giurisprudenza, ma poi si dedicò al servizio della Chiesa. Fin dal 1529 Clemente VII gli conferì il vescovado di Modena e se ne servì per una missione in Francia. Ma la sua vera carriera diplomatica, nella quale ottenne sì grandi successi, cominciò soltanto sotto Paolo III coll’affìdargli che questi fece nell’autunno del 1536 la nunziatura germanica. Ricoprì per due anni con grande senno e fedeltà quel posto diffìcile e spinoso acquistando la stima universale per la sua esemplare condotta. Fine osservatore e giudice accorto, egli riferiva a Roma in modo conciso e chiaro sulla pericolosa situazione delle cose, anche quando dovesse temere di dire cose spiacevoli al suo mandante. I dispacci di questo nunzio ventottenne, la cui persona passa modestamente in seconda linea, incantano per il loro interessante contenuto e per la forma piacevole, spesso ci sorprendono per la giusta concezione degli avvenimenti e la maturità del giudizio. Paolo III 1 Cfr. Dittmch, Contarmi 537. 2 Vedi Sadoi.eti Opera II, 17 s. 3 Gfr. Fricke presso Schelhorn, Amoenit. XII, 537 s. ; Tiraboschi VII 1, 260 s.; Dittmch, Contadini passim; Histor. Jahrbuoh IV, 397 s.; Cantù, Eretici II, 164s.; Scelopis, Le cardinal Morone, Paris 1869; Beknabei, Vita del card. Morone, Modena 1885; Fmedensburg in A'untiaturberichte II, 7 ss. ; Gothein 141 s. V. anche le nostre notizie in cap. 1, 5, 6, 14.