Favori di Paolo III alla Compagnia di Gesù. 377 cesse per sè, avessero di già l’approvazione pontificia.1 Con breve del giugno 1545 «in vista del grande vantaggio, che essa ha recato e continua a recare nella casa di Dio» egli largì poi alla Compagnia la facoltà di predicare dappertutto, di assolvere i fedeli tutti dia ogni peccato anche dai riservati alla Santa Sede, esclusi solo i casi della bolla Coenae, di amministrare inoltre a tutti la comunione e gli altri sacramenti senza l’obbligo di chiederne prima il permesso al vescovo o al parroco, però senza danno di terzi. Intanto era risultato, che tanti egregi sacerdoti non soddisfacevano bensì ai requisiti scientifici e d’altro genere, che l’Ordine esigeva nei suoi professi, ma che avrebbero lavorato volentieri come aiuti a lato di questi religiosi e in conseguenza Paolo III nel 1546 concesse che venissero ammessi anche di questi tali, che dopo la probazione dovevano pronunziare i tre voti, ma semplici, don 'solenni. Parimenti, conforme all’uso di altri Ordini, avevasi facoltà di accettare fratelli laici per i lavori domestici. L’anno seguente il papa concesse indulgenza plenaria da acquietarsi una volta in vita a chiunque recitasse preghiere in onore della passione di Cristo e si confessasse da un gesuita.2 Oltracciò Paolo III concesse al fondatore della nuova società :: randi indulgenze, comunicabili anche ad altri,3 e mediante concessioni di favori promosse pure la fondazione di nuove case.4 Il papa pose la corona alle sue disposizioni colla bolla emanata quattro settimane prima di morire a incitamento di Francesco Borgia. Da anni Ignazio aveva desiderato che la Compagnia avesse un Mare Magnum del genere di quello ottenuto dai Francescani per opera di Sisto IV, una bolla cioè, nella quale fossero una volta per sempre riuniti facoltà, privilegi e grazie d’ogni sorta, che altrimenti si dovevano sempre ridomandare espressamente.5 1 Questa e le seguenti lettere pontificie sono stampate in Littcrae Apost. 17-32.' 2 Oliverius Manakeus S. J. (•)■ 1014), De rebus Societatis Iena Commen-t'iri-us, Fiorentine 1886, 120-121. In * Mandati è allibrato al f. 65 : * « Sacerdotibns Soeietatis Iesu Christi de Urbe rubrum unum cum dtmidio ' ’lis nigri grati« et amore Dei, Dat. 1543 Sept. 12». Archivio di Stato n Roma. 3 Braunsbekgek IV, 30 ; efr. anche Mon. Iqnat. Ser. I, I. 172. 526 ss. ; foree I|r‘r la lettera ivi stampata dell’11 giugno 1547 Ranke (Pàpste I10, 123) è peì--' (‘mito alla strana affermazione ohe « Loyola e più tamii i suoi seguaci! » avreb-'«iro del pari che gli Alumbrados spagnoli fatto «della confessione generale la condizione per l’assolluzione». 4 Sinopsis Actoriim, S. Sedis in causa Soeietatis Iesu I, FlorentSae 1837, 4-8; Braunsbergek I, 362, n. 1, 696. 3 Ignazio a Oviedo da Roma 24 novembre 1547 (Mon. Ignat. Ser. I, I, R '3-654; Polancxis, Chronicon n. 273). Cfr. S. Franciscus Bornia III, Mattiti limo, 28.