Naufragio del concilio di Vicenza. - Di chi la colpa. 87 posizione assunta dall’imperatore, dal re di Francia e dal re dei Romani, alle spiegazioni dei quali il papa aveva ceduto.1 Re Ferdinando, al quale il Morone giunto allora consegnò addì 6 luglio il breve con ulteriori dilucidazioni orali sui motivi della sospensione,2 espresse in questa circostanza col nunzio e poi anche in una lettera al papa del 17 luglio3 la sua soddisfazione per la sospensione dato lo stato d’allora delle cose, presupponendo però, che non sì tosto lo permettessero le condizioni Paolo III ripiglie-rebbe i suoi sforzi per il concilio. L’imperatore, a cui addì 20 giugno di Cardinal legato Farnese comunicò personalmente l’avvenuta sospensione,4 dichiarò che avrebbe visto più volentieri un’ulteriore proroga a termine fìsso perchè essa avrebbe dato minore occasione a (maldicenze. Anche ora però Carlo V volle salvare l’apparenza d’avere in fondo sempre mostrato zelo per il concilio.6 In verità la colpa maggiore era indubbiamente di Francesco 1.6 Meno di tutti del naufragio toccato al progettato concilio di Vicenza può farsi responsabile il papa, che fino all’ultimo e fino all’estremo limite della possibilità aveva fatto di tutto per superare gli ostacoli.7 getto <ìi timore per i luterani, di speranza per i cattolici, mentre facendone tramontare le speranze gli Stati cattolici -sarebbero spinti a concessioni di loro proprio capriccio in cose religiose ai loro sudditi e si aprirebbe la via al pericolo che gli affari religiosi venissero trattati in una dieta : Nuntiaturberichte IV, 406, 407 ; cfr. Kobte 28 s. 1 II breve all’imperatore in Ehses IV, 178 e in Nuntiaturberichte IV, 67, n. 4. Presso Ehses IV. |179 la lettera del 19 giugno 1539 accompagnatoria del breve al re di Francia diretta a quel nunzio. La notizia del Pali.avicini (lib. 4, c 0, n. 1), che in daita 13 giugno sia stata ¡pubblicata una bolla in proposito si fonda certo su un errore, non avendosene prova alcuna ; cfr. Ehses, Franz 1. und die Konzilsfrage 331 ; Ehses IV, 179, n. 2. 2 Morone a Durante il 6 luglio 1539 in Nuntiaturberichte IV, 130. Laemmer, Mori. Yatic. 244. s Presso Ehses IV, 182. 4 Farnese a Paolo III da Toledo 21 giugno 1539 presso Ehses IV, 180. Sulla legazioaie del Farnese cfr. anche Paiìavicini lib. 4, c. 9, n. 4 ss. 5 Ofr. Korte 29. e Ehses, Franz I. und die Konzilsfrage 322. 7 Ibid. : « una cosa è del tutto certa, che contro Paolo III nessun rimpro- vero può elevarsi più ingiusto di quello di non aver voluto il concilio. 'Si sa- rebbe invece tentati di affermare, che il papa avrebbe meglio provveduto alla sua reputazione qualora non si fosse sì spesso esposto al pericolo di non po- tere mantenere i termini fissati per l’apertura del concilio. Perchè al concilio, ch’era stato richiesto da tutti, e più che tutti dal protestanti, ormai da tutte le partì, e dai protestanti nel modo più esacerbato venivano fatte difficoltà, anche il papa poteva senza biasimo ritrarsi in un atteggiamento di calma osservazione e aspettare che le cose si trasformassero in guisa da escludere il pericolo di insuccesso. Ma appunto perchè aveva serie intenzioni, egli si rese oggetto della più ajmara derisione presso i n fan Lei, della più grave e sinistra interpretazione presso gli amici, piuttosto che dar luogo al rimprovero d’aver trascurato qualsiasi passo, che avesse potuto dare un concilio veramente universale, ecumenico e per esso la pace interna ed esterna alla cristianità ».