Francesco I e la questione del concilio. 83 il suo assenso al concilio e il permesso di pubblicare la bolla di proroga se non gli fosse prima restituito il suo (cioè Milano) ; c'he sui protestanti tedeschi egli poteva agire solamente con amichevoli rimostranze e che era cosa dell’imperatore concludere un accordo coi medesimi. Alla risposta del nunzio, che il papa era la vox clamamtis in deserto, alla quale nessuno prestava orecchio, Montmorency replicò semplicemente, che senza la pace e la restituzione di Milano non era il caso di pensare nè al concilio nè alla guerra turca. Nella sua prima udienza presso Francesco I1 il cameriere pontificio Latino Giovenale Manetti,2 mandato in Francia con speciali incarichi, tornò nel gennaio del 1539 a ricordare anche il concilio ottenendo la risposta, che non si poteva ripromettersi alcun successo da simile assemblea se non fosse prima conclusa la pace fra lui e l’imperatore e se l’uno e l’altro non mettessero la loro autorità per l’attuazione dei deliberati conciliari. Della missione del Manetti in Francia e della risposta datagli da Francesco I il Farnese informò tosto l’inviato alla corte imperiale, Giovanni Poggio3 e il legato Aleandro4 notificando che Paolo III, avanti tutto nell’interesse della questione turca, desiderava la presenza dell’imperatore in Italia per la primavera, cosa la quale sarebbe poi tornata giovevole anche per la causa del concilio. Quanto a questo, giudicare il pontefice non essere nè utile nè onorevole tornar sempre a prorogarlo, perchè così non si dava che occasione ai malevoli e ai calunniatori di sfogare il loro furore.5 Non ostante tutte le sfavorevoli notizie provenienti dalle corti, Paolo III non aveva ancora abbandonato la speranza che fosse possibile tenere il concilio. In data 30 marzo 1539 il cardinale Farnese mandò al nunzio Ferreri l’ordine'’ di insistere pressantemente presso Francesco I affinchè i vescovi del suo regno venissero ora a Vicenza, ma, a quanto il nunzio notifica al Farnese addì 9 maggio,7 egli non ebbe altra risposta se non la dichiarazione del connestabile, non dovere il papa aprire concilio alcuno, che sarebbe poi semplicemente un concilio italiano, se prima non si fosse ottenuto il ritorno dei luterani. Addì 13 maggio giunse a Roma dalla Francia il Manetti riferendo che Francesco I non voleva concilio senza i luterani e che per ciò era contrario a Vicenza, dove 1 La sua relazione al Farnese sopra la medesima in data 21 gennaio 1539 in N untiaturberichte III, 379 s. 2 La sua istruzione del 24 dicembre 1338 presso Piepeb 160-162. a Del 12 febbraio 1539 in Nuntiaturberichte III, 427 ss. * Del 13 febbraio 1539 ibid. 431 ss. ® Nuntiaturberichte III, 431, 432. Altrettanto al nunzio Ferreri il 30 marzo ; v. la n. seguente. fi Ehses IV, 176. iSimilmente anche gli altri nunzi ebbero l’incarico di caldeggiare presso i relativi principi l’andata dei prelati; cfr. Ehses IV, 177. 7 Ehses IV, 176, n. 2; Vuntiaturberichte IV, 55, n. 1.