Giovanni d’Avila, Luigi di Granada e san Giovanni di Dio. 345 solo più tardi, quando le Orsoline diventarono uno dei più importanti istituti, che produsse il rialzamento della religione cattolica in Italia.1 Mentre nella Chiesa in Italia rifluiva in questo modo nuova vita, sorsero anche in Ispagna uomini apostolici che, dopo aver rinnovato il loro proprio interno, coll’esempio ed opera sul solido fondamento dell’antica religione provocarono una rigenerazione dello spirito cattolico: Giovanni d’Avila, Luigi di Granada e Giovanni di Dio. Giovanni d’Avila, nato verso la fine del secolo xv, ebbe da principio intenzione di consacrarsi alla conversione degli Americani, ma dall’arcivescovo di Siviglia, Alonso Manriquez, venne trattenuto in patria dove si costituì come compito della vita quello di convertire i cuori, a Dio mediante la parola. L’invidia di altri predicatori gli procurò varie persecuzioni. Una volta anzi l’inquisizione lo trasse dinanzi al proprio tribunale, ma la sua innocenza venne ben' presto riconosciuta. Col tempo l’attività sua di predicatore andò sempre più allargandosi : egli percorse con tanta instancabilità città e villaggi da venir appellato l’apostolo dell’Andalusia. Pur coll’azione svolta di predicatore e nella cura delle anime Giovanni trovò tempo per lavori letterarii. Ne scrisse la vita il discepolo ed amico Luigi di Granada, che splendette in quel tempo siccome secondo astro nel cielo ecclesiastico della Spagna.2 Luigi, che a 19 anni entrò nell’Ordine domenicano, eguagliò il maestro come predicatore zelante e superollo come autore di opere ascetiche. Gli Spagnoli lo tengono nel numero dei loro classici. I suoi scritti più famosi sono la Guida dei peccatori e il Memoriale della vita cristiana, l’una e l’altro capolavori della letteratura ascetica. Anche Giovanni di Dio3 fu tra i figli spirituali dell’apostolo dell’Andalusia. Dapprima valoroso soldato come Ignazio di Loyola, da una predica di Giovanni d’Avila a Granada egli nel 1539 venne indirizzato sulla via, nella quale doveva operare cose sì grandi. Distribuì i suoi averi ai poveri e manifestò il suo pentimento con ardore tanto grande, genuinamente meridionale, da venir considerato pazzo, sicché venne portato nel grande ospedale di Granada fondato da Carlo Y, dove si temperò. Rilasciato come guarito, fece un pellegrinaggio a Guadalupe nella Nuova Castiglia ritornando 1 Giudizio di Grctzmaciieb in Realenzyklopädie di Herzog XXs, 357. 2 Su amendue cfr. Zingkri.e in Kirche nie .r. di Wetzer und Weltì: 1*, 1763 s. ; VIII2, 248 s. e ia letteratura ivi indicata. V. anche Gams, Klrchen-ucsch. Spaniens III 2, 159 s. e Longaro degli Oddi, Vita di Glov. d’Avila, Roma 1894. 3 Vedi P. de Castro, Vida del i>. Juan de Dìos, Granada 1588 (in latino SS. Bollane!. Mart. I, 813 è.) e A. de Govea, Vida ecc. Madrid 1624. '-ir. Lechner, Leben des hi. Johannes rem Gott, München 1857; F. L. bel Pozo. Vida de Juan de Dios, Barcelona 1908.