Il Consìlium delect. cardinaliu.nl de emendando. Ecclesia. 113 chierici, per sanare le infermità, per riunire in un ovile le pecore di Cristo, per allontanare dalle nostre teste l’ira e la meritata già incombente vendetta di Dio». Seguono le firme dei cardinali Contarmi, Carafa, Sadoleto e Pole, dei vescovi Fregoso, Aleandro e Giberti, dell’abate Cortese e di Fra Tommaso Badia.1 La rivelazione senza riguardi fatta da questi nobili uomini di tutti gli inconvenienti fu un atto che merita la più grande considerazione. Chi potè sì apertamente guardare in faccia i proprii difetti doveva avere buona fiducia nella solidità della propria causa. Più che tutto il resto il documento prova che a Roma s’erano sul serio messi sulla via del miglioramento. Senza di esso il processo di dissoluzione avrebbe sempre più progredito, il postema avrebbe continuato a estendersi. La condizione preliminare per qualsiasi guarigione, cioè la conoscenza esatta della malattia, era adempiuta, le ferite erano messe a nudo ed ora poteva avviarsi la guarigione. Addì 9 marzo 1537 ebbe luogo la presentazione del memoriale al papa.2 Essa avvenne in una seduta della commissione per la 1 L’ordine delle firme risponde a quello occupato gerarchicamente dai membri della commissione. Non è ancora decisa la questione chi |sia l'autore o gli autori del ComilMmi. ¡Fa una impressione quasi strana vedere i varii biografi sforzarsi nel rivendicare questo onore al loro eroe. Caracciolo e Bromato (II, 11 s.) l’attribuirebbero a Carafa, Baiaerirt (Opera Gibertt xxxii) a Giberti, Quirini (I, 370) e iZimmermann (120, n) al Pole, Dtttrick (362 s.) al Contarmi; quest’ultimo però imparzialmente confessa, che sulla cosa può questionarsi. A favore idi una forte partecipazione del Carafa parla non solo la testimonianza di Vergerlo (ISixt. Vergerlo 415 e Serapeum XIX, 72) ma anche la * notizia opera, et stilo I. P. Caraphae spettante alla copia del Consilium, che sta fra le sue carte nella Biblioteca Nazionale in N a p o 1 i (Cod. XIII AA. 7Jf. n. 73). Ciò nou ostante io non ritengo definitivamente decisa la cosa e convengo piuttosto collo .Schweitzer (Rum. Quartalschr. XXII, 135), che col materiale attuale non può dedursi con sicurezza chi ebbe la parte principale nel memoriale e ciò tanto più perchè certi pensieri e idee, che si trovano presso Carafa e Contarmi, erano diventati patrimonio comune di tutti i membri del partito della riforma. A buon diritto rileva la cosa lo Zimmer-mann (121, n.), che però erra quando a favore del Pole come autore invoca la testimonianza del Beccadki.li, giacché costui nella Vita del card. Pole (Mon. I 2, 241) dice: «Fecero questi signori deputati con gli altri suoi colleghi una santa riforma » ecc. Nè posso aderire allo Schweitzer quando (loc. cit.) dalla relazione dell’Aleandro (Quellen u. Forsch. VII, 261) vuol conchiudere, che a tre della deputazione (Aleandro, Cortese e Badia) fosse toccato il compito di stendere la minuta del ¡parere, al quale poi l’Aleandro avrebbe dato l'ultima mano, perchè il nos va riferito a tutti i membri della commissione essendoché andando avanti si dice che costoro avrebbero non solo composto (composuerim/us), ima anche discusso (diseusserimus) capita reformationis. I eardinales nominati poscia sono non già Contarmi, Carafa e rSadoleto, ¡ma gli altri membri del Sacro Collegio non appartenenti alla commissione e intervenuti alla seduta. 2 V. in proposito la pregevolissima annotazione autografa dell’Aleandro, pubblicata da Friedensbtjrg in Quellen u. Forschungen VII, 260 s. Dalle notizie ivi date, qui sopra nel testo venne fissato esattamente per la prima volta il locale della seduta. Pastor, Storia dei Papi, V. 8