L’innovazione religiosa in Svezia e Danimarca. 657 morte e non salvarono la vita che pagando somme di denaro. Il popolo cattolico vide in ciò un giudizio di Dio.1 A lungo estesi circoli non vollero saperne delle novità. L’eccitazione crebbe quando il re rubò i tesori, che gli antenati avevano fondato per la Chiesa, e introdusse una nuova liturgia. Nel 1542 scoppiò nello Smaland la rivolta dei malcontenti, che tosto si diffuse per la Vestro e l’Ostro-gozia fino alla Sudermania. I contadini dichiararono, che intendevano ristabilire il cristianesimo, abolire la Messa in lingua svedese e rimettere tutto nell’antico stato. Ora si fece attento anche l’estero, dove s’era mólto insufficientemente informati sulle cose del Nord.2 Gli Svedesi scacciati dalla loro patria, il conte palatino Federico, genero dell’antico re Cristiano, lo stesso Carlo V allacciarono trattative coi contadini rivoltosi, ma Gustavo Wasa riuscì nell’anno seguente a farsi signore della situazione seguendone in breve una nuova spogliazione delle chiese.3 Ma anche allora eranvi tanti di sentimenti cattolici, che il re nella dieta di Yesteras del 1544 sollevò lagnanza sulle simpatie degli Stati per gli antichi dogmi e riti ed emanò nuovi cambiamenti contro i resti « papistici » nel culto.4 Una decisione dannosa per la causa cattolica venne causata in Danimarca dal fatto, che dei figli di re Federico morto il 10 aprile 1-533 giunse al trono non, come desideravano i vescovi, il giovine Giovanni, ma Cristiano III, che nutriva sentimenti luterani. Era appena intervenuto ciò dopo una guerra sanguinosa, che successe il colpo decisivo. Nell’agosto del 1536 tutti i vescovi di Danimarca vennero imprigionati. Alla fine d’ottobre si riunì a Copenhagen una dieta, alla quale parteciparono solo i nobili, i cit- 1 Vedi Martin. G. Vaso, 475 s. 2 Sebbene nell’autunno del 1536 si avesse a Roma notizia della diffusione •lt'U’eresia nellla Scandinavia (Ehses IV, 35) pure ai 10 di settembre del 1536 furono spediti ai re di Danimarca e di ¡Svezia brevi coll’invito al concilio (iliid. 41): il diarissime prova quanto poco si fosse a giorno Idei particolari. In dicembre Fabri notificò a Roma l’apostasia del Nord (ibid 53) : altre cose vennero a sapere del 1537 a mezzo del Vorst (ibid. 166; cfr. ¡p. 114), ma s’ol-tmito nell'estate del 1538 il papa ebbe dai legati conciliari copia precisa delle deliberazioni: di G. Wasa del 1527 (v. ibid. 170, 614). Sono caratteristiche anche 1<‘ voci riferite da Morone al principio del 1537 (Nuntiat urbe-neh te II, 108). 3 Vedi Geijeb II. 01 is. ; Martin 469 s. Nel 1537 il conte palatino Federico fece presentare al Morone un memoriale sulle sue pretese ai regni nordici accennando ad una restaurazione del cattolicismo (Vuntiaturberichte II, 165 s.). Anche nel giugno del 1540 Wieze .sostenne col Cervini, che con un sussidio di 100,000 fiorini Federico avrebbe intrapreso una campagna contro la Danimarca, con che questo paese, poi anche la .Svezia e la Norvegia, avrebbero potuto venire riconquistate alila Chiesa (ibid. V, 303). In vario modo l'aoio III aiutò i vescovi esigliati di Upsala, Giovanni e Olao Magno (vedi Ieoker, Bandsrkifna Su era uà i italìcnska arkiv: supplemento a Svenali Hist. 1 Mal'r. Xll 1, 43 s.). Sui due arcivescovi cfr. anche il minuto studio (li Martin 1,1 v»h'. calli, de bijou 1008. 4 Vedi Tegel, Koning Gusta ffs li istorie II, Stockolin 1622, 201 ; Martin 482 s. Pastor, Storia dei popi, V. 42