Decorazioni a Castel S. Angelo - Il Palazzo Farnese. 721 dorato colle sue decorazioni araldiche ricordanti Paolo III e il cardinale Tiberio Crispi. Col cielo gareggia in bellezza il fregio dipinto, nel quale Periino del Vaga ha rappresentato esattamente secondo il racconto d’Apuleio la favola d’Amore e Psiche.1 Queste pitture, in parte mjolto libere, che 'in modo sorprendente completano le scene incompiute di Raffaello nel soffitto del padiglione a sala alla Farnesina, spirano totalmente l’alito della rinascenza pagana : esse non convengono affatto per stanze papali. Si desidererebbe che là Paolo III avesse lasciato meno libera mano a Tiberio Crispi cardinale di spiriti mondani, dal quale siccome castellano di Castel S. Angelo i lavori dipesero dal 1542 in poi.2 A completare l’ornamento di queste due stanze fastose, che gareggiavano colle più belle del Vaticano,s partecipavano essenzialmente i tappeti, che dovevano ricoprirne le pareti nude.4 Il compimento del palazzo di famiglia dei Farnese, che sorgeva fra Campo de’ Fiori e Via Giulia, continuò a rimanere affidato ad Antonio da Sangallo. Poiché, dopo l’elezione di Paolo III a papa, i mezzi scorsero più copiosi, la grande fabbrica progredì senza interruzione. Dovette ammutolire la beffa di Pasquino, che aveva attaccato un bossolo colla scritta: elemosina per la Fabbrica. Ora, secondo Vasari, il piano venne ampliato di vantaggio: anche la decorazione divenne più magnifica e ciò vale specialmente per lo splendido soffitto, di cui abbozzò i disegni lo stesso Sangallo.5 Nulla 1 Vedi Steinmann in Zeitschr. fìir bilil. K-mist 1902 s., il quale congettura, che ¡nett’opera di P. del Vaga si siano conservati gli abbozzi di Raffaello destinati alla Farnesina. Buona riproduzione, del soffitto in Cosmos cath. (902, 612. Sono di Paolo III anche gli armadii di quercia Del locale rotondo fondato a cupola esistente al centro dell’appartamento papaie nella Torre Borgia, lie sotto il papa Farnese serviva da guardaroba ed anche da tesoro (v. Studi Hoc. XIV, 63®.). In essi è incisa la seguente iscrizione: Sedente Paulo III M. pontiif. sui a° XII (cfr. in proposito Bertomtti, Art. Lomlt. I, 339). Sulla vetta del Castello sotto l’Angelo al di sopra dell'arma di Alessandro VI si vede quella di Paolo III. Alcuni resti del pavimento in maiolica coi gigli ilei Farnese sono nella collezione impiantata da Borgatti. il benemerito che Sia ristabilito Castel S. Angelo. La statua di marmo dell'Arcangelo Michele era collocata nel Cortile dell’Angelo, che Borgatti considera, per un’opera di Guglielmo della Porta, è probabilmente invece identica alll’Angelo di Raffaello •la Montelupo (v. il nostro voi. IV 2, 529). L’elsa dell’Angelo coi gigli del Farnese, per ragione dei quali Borgatti ascrive la statua aìl tempo di Paolo III, deriverebbe dal restauro che divenne necessario in seguito ad un fulmine (v. in Ai1>. n. 27 relativamente a1 un altro simile fatto la * relazione di F. Peregrino del 14 dicembre 1537. Archivio Gonzaga in Mantova). 2 Cfr. Benigni, Misceli d. star. eccl. V (1907), 257 s. 3 Lo dice J. F. Ferrettus presso Contelorius XI .',H. t\ 241. Archivio s*'greto pontificio. 4 Nella sua ** lettera dei 12 novembre 1548 (Archivio di Stato in Firenze) Buonanni ricorda un invio di magnifici tappeti da Firenze, che vennero messi nella « sala avanti il Concistorio ». 5 Cfr. Vasari V, 469 «., 487; Clausse, Sangallo II, 67 s. ; Letaroitit.i.y, Pastor, Storia dei Papi, V. 46