Impresa fortunata di Carlo V contro Tunisi. 151 ai cristiani il dì seguente dalla rivolta di 20,000 schiavi cristiani a Tunisi, in conseguenza della quale Barbarossa fu costretto a ritirarsi ed a lasciare la città al nemico. Onde spronarne lo zelo Carlo V aveva promesso alle sue truppe il saccheggio di Tunisi ed esse ora presero crudele vendetta delle scorrerie, colle quali da tanto tempo le schiere di Barbarossa avevano straziato gli abitanti del Mediterraneo. Colla conquista di Tunisi era raggiunto lo scopo prossimo della campagna. Contro la continuazione della guerra stava avanti tutto ravvicinarsi delle bufere autunnali. Carlo V perciò differì a tempo posteriore la conquista di Algeri meditando di visitare dapprima il suo regno napoletano, che non conosceva ancora. Muley Hassan, l’antico signore, ricevette Tunisi come feudo della corona di Spagna stabilendosi insieme la liberazione di tutti gli schiavi cristiani nel regno di Tunisi e la libera dimora dei cristiani con indisturbato esercizio della loro religione. A Goletta rimase un presidio spagnolo. L’armata cristiana s’imbarcò alla metà d’agosto ritornando ora in patria anche migliaia di cristiani liberati. Come dono « per S. Pietro « l’imperatore mandò la serratura e il catenaccio della porta di Tunisi a Roma, dove il trofeo venne esposto nell’atrio della basilica di S. Pietro per venire più tardi trasferito nel locale che fa parte della sagrestia davanti l’archivio della basilica.’ Addì 22 agosto Carlo V prese terra a Trapani. Seppure non era riuscito ad annientare totalmente Barbarossa, colla splendida vittoria sugli infedeli salutata con gioia specialmente in Germania, c colla liberazione di tante migliaia di schiavi cristiani egli aveva però accresciuto grandemente la sua fama e la sua autorità. E pare che, tutto consapevole di sè, ora egli abbia accarezzato la speranza di attuare il pensiero dominante della sua vita: campione della cristianità contro gli infedeli dirigere un colpo decisivo alla potenza turca mediante un’impresa contro Costantinopoli.2 Come in tutta Italia, così anche in Roma gli avvenimenti del teatro della guerra africana erano istati seguiti col più intento interesse. 3 II papa ne veniva edotto da minute relazioni del suo nunzio che era presso l’imperatore.4 Da per tutto salivano al cielo preghiere per il successo delle armi cristiane. In principio però la lontananza della flotta cristiana ebbe per conseguenza, che nel maggio comparvero dinanzi a Civitavecchia dei corsari, controi quali Paolo ITI 1 Vedi Guglielmotti I, 430. 2 Ofr. la Carta del conde de Nieva presso Sammiv.u, lil>. 23, li. 4. Sulla gioia in Germania v. * la lettera d’Eck all’abbate di Weingarten in data di Ingolstadt 1 ottobre 1535. Biblioteca di Stuttgart. * Ofr. la »lettera di F. Peregrino da .Roma 0 giugno 1535 (Archivio Gonzaga in Mantova) e la * lettera di R. Amaseo a Bologna da Roma 2 luglio 1535. Archivio di Stato in Bologna. 4 Gayanc.os V 1, n. 132.