Attività per la riforma. - Ostacoli. 91 tomettere a una disamina tutti gli officiali dello Stato pontificio.1 1.« due commissioni si radunarono tosto e agli 8 di gennaio del 1535, dopo che anche il nunzio Vergerio, allora in Roma per dare relazione, ebbe caldissimamente esposto l’improrogabilità d’una riforma, 2 ricevette l’esortazione di lavorare con zelo.6 Un motuproprio del 15 gennaio ordinava al datario Iacobazzi ed a Pietro Fiori, vescovo di Castellammare, reggente della Cancelleria, di applicare rigorosamente la riforma e la bolla delle tasse di Leone X del 13 dicembre 1513; doveva andar rigorosamente punita qualsiasi infrazione ed esigersi il risarcimento per ogni domanda esorbitante. 4 Le straordinarie difficoltà, che ostavano aiU’opera della riforma, misero fuori il capo molto presto dandosi a vedere che il miglioramento della corte pontificia non poteva effettuarsi così rapidamente come desiderava l’insofferente furia di molti buoni, che, 3e il papa non voleva togliersi il terreno di sotto i piedi, era impossibile cambiare improvvisamente la gente di corte e gli organi del governo. E dal tempo in cui governò Adriano VI ben ricordava Pao- lo III quanto malauguratamente si fosse svolto un tentativo di riforma troppo mancante di riguardi.5 La sua prudenza gli suggerì di non crearsi, oltre agli esterni, dei nemici interni in immediata vicinanza del proprio trono col cambiare tutto con eccessiva fretta e col ferire migliaia di condizioni e interessi sussistenti da lungo tempo. Se si tiene conto di ciò, si capisce perchè in un concistoro del 3 marzo 1535, nel quale riferì sull’attività dei cardinali deputati alla riforma, Paolo III li esortasse « a tenere calcolo delle condizioni del tempo », cioè a non reputare raggiungibile fino d’allora l’ultima e suprema mira delle riforme ed intanto a procedere insieme a tutto il Collegio cardinalizio con buon esempio e facendo da modello.6 II 15 d’aprile si diede lettura in concistoro dei decreti, con cui si inculcava ai cardinali e a tutta la curia di condurre vita degna e onesta.7 Le discussioni fatte nel tempo immediatamente seguito riguardarono principalmente la questione, se si dovesse emanare una bolla generale di riforma prima della riunione del concilio. Già ai 31 d’aprile veniva presentato in un concistoro l’abbozzo di tale 1 Acta consist, presso Ehses IV, 451. 2 Nimtiaturberìchte, I, 38, 393 ; cfr. 396. Si collega alle consulte per la riforma anche la chiamata di B. Guidiccioni nel febbraio 1535 ; vedi Schweitzer 50 s. 3 Acta consist, presso Ehses IV, 451. * V. Regulae Cancell. Pauli III, Lugduni 1536, 70 s. La bolla di Leone X in Bull. V, 571 s. 5 Gfr. il nostro vol. IV, 2, 76 s. 6 V. Acta consist, presso Ehses IV, 451. Cfr. la relazione dell’inviato portoghese in Cod. dipi. Port. Ili, 182. 7 V. A et a consist, presso Ehses IV, 451.