156 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 3 a. Alla metà di dicembre pervenne in Vaticano la notizia del completo fallimento della missione del Farnese.1 Paolo III era stato più che mai lontano dal pensare che Pier Luigi, il quale da lunga pezza aveva buone relazioni coll’imperatore, avrebbe avuto un successo così cattivo, ed a questo punto la sua natura collerica ebbe per un momento il sopravvento: sommamente eccitato egli trattò coi Francesi e si lasciò sfuggire dure parole contro l’imperatore,2 ma la sua avvedutezza impedì che egli s’avventurasse più avanti per quanto allettanti promesse gli venissero fatte da parte francese.3 Ciò che l’imperatore volesse dal papa, appare da un documento consegnato il 9 dicembre 1535 a Pier Luigi Farnese: in primo luogo e anzi tutto convocazione del concilio. L’opposizione di Francia non ha da imbarazzare il papa, che deve anche interdire a Francesco I qualsiasi trattativa con Enrico Vili. Proseguendo, Carlo V ritorna sull’antico suo desiderio, che Paolo III concluda con lui un’alleanza non solo contro i Turchi ma contro tutti coloro che attacchino la cristianità: il papa prenda apertamente partito per gli Habsburg contro la Francia.4 Andare sì avanti contraddiceva al sistema politico di stretta neutralità, che a Paolo III sembrava l’unico giusto e ripetutamente in modo non ambiguo egli fece risaltare che intendeva mantenervisi fermo. Era invece disposto a convocare il concilio, ed anche a Francesco I venne notificato che egli procederebbe alla indizione del medesimo facendosi in una anche serie rimostranze al re francese per il suo accostamento all’Inghilterra, per le sue mene in Germania, per la sua relazione coi Turchi, per l’imposizione di decime a suo capriccio.5 A dare il saluto a'il’imperatore dovevano mandarsi dei cardinali. 1 * « Il S. P. Loyso devea partir il giibrno di S. Lucia semza conclusione di cosa alcuna che l’habia desiderata da 'S. M*» ». G. M. della Porta da Roma 15 dicembre 1535. Archivio di Stato in Firenze. 2 C’ffr. le lettere di Bragadino in Nuntiaturberichte I, 67 s., per la cui critica Capasso (I, 156) molto giustamente osserva : La fonte è, di dubbia autorità (efr. anche Ehses IV, oxxvm s. e Cardat^ns loc. cit. 185). Anche Battm-garten (Karl. V. Ili, 192) reputa non veramente credibile la relazione del Bra-gadìno, che Paolo \III abbia incitato Francesco I a invadere l’Italia. Manifestamente il papa non è andato oltre le minacce. ì: degna di nota la prudente, diplomatica riserva del Farnese dopo il suo ritorno a Roma. Quanto fosse essa grande appare da una * lettera di F. [Peregrino al duca di Mantova da Roana 22 dicembre 1535, in tcui si dice: * Ix> ,S. Pier Loisio hoggi è (ritornato in Roma, riporta esser «tato accharezzato molto della Mta Oes. con buonissima etera et di quella molto si loda (Archivio Gonzaga in Mantova). V. anche la ** lettera di Sanchez del 23 dicembre 1535 (Archivio domestico, di Corte e di Stato in Vienna). Più tardi però il nepote mostrò apertamente il suo grande malcontento; vedi Cardattns loc. cit. 184. 3 Ofr. la ** relazione cifrata di Guido da Crema del 13 novembre 1535. (Archivio Gonzaga in Mantova), 4 Vedi Cardati ns loc. cit, 305 s, e Ihid. 170 s.