300 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 5 d. lettura delle lettere mandate a Roma dal Contarini, seguendone una molto vivace discussione. Il cardinale Dionisio Laurerio attaccò violentemente il legato, iche in luogo dell’ assente Pole fu difeso con zelo e dottrina dal Fregoso. Che se la maggioranza del Sacro Collegio non negò la meritata lode agli sforzi fatti dal Contarini per condurre in porto un’unione, essa tuttavia si pronunziò recisamente contro equivoche e troppo vaste concessioni.1 Due giorni dopo l’Ardinghello fece in nome del Farnese e in forma riguardosa le relative comunicazioni al Contarini. Il papa, vi si dice, non ha nè approvato nè condannato la nuova formula : tutti coloro che l’han vista, opinano che le parole avrebbero potuto essere più chiare e che in questi articoli non sono evitati allo stesso grado che negli altri ogni equivoco e concordia meramente apparente. Indi segue Ravviso determinato di ben vigilare per l’avvenire e di non accettare, sia espressamente o tacitamente, sia direttamente o indirettamente od anche solo di non lasciar passare con lieve opposizione alcun articolo o parte d’articolo, che non esprima sia quanto al senso sia quanto alla fraseologia in modo affatto chiaro e non ambiguo il concetto cattolico, quale l’ha fis- letta la lettera «li Contarini idei 13 marzo (Zeitschr. für Kirchen (leseli. III. 150). Intorno al concistoro del 20 «Iprile gli * Ada consist. caliceli. J/ ci riferiscono: * « Lecte fuerunt littore ex Germania a rev. d'. Conta reni leg. miss., quibus contiinelbatur de inltio diete Ratisbon. ». In una * lettera del 30 aprile 1541 al cardinale 10. Gonzaga X. Semini dice precisamente che si diede lettura delle lettere contariniane del 5, 12 e 17. Ai 7 di maggio il medesimo notifica : * <• Mercondi fu. concistoro dove non fu trattato (li cossi alcuna importante. S. Stà disse che la mente del legato da Ratisbona se [mezzo guasto!: ricava?] quello elle esso lmveva dii; fare in caso che S. M. venisse in Italia, sopra 11 che si era ragionato e risoluto che si governasse come meglio paresse a detta Mtà et esso giudicasse che lo star suo fosse per fare qualche buon effetto con questo aviiso. perchè la venuta di S. Mtà habbia da esser in breve, ina il rev. Cesa rino è di contraria opinione tenendo al fermo che non si vorrà partir se prima non vede bene il fine di qiielle cose di la et si chiarisca de la mento del Turco». Il 14 maggio N. Semini scrive sul concistoro del 13: ‘«Furono lette certe lettere del rev. legato dat.. in Ratisbona, delle quale per via del rev. Farnese vetlirò d'haver copia ». Archivio Gonzaga in Mantova i Purtroppo sul concilstoro del 27 maggio gli * Acta consist. cancelt. h non segnano che quanto segue: * Lecte fuerunt littere rev. dom. Ocm.ta.reni legati ad Im. et ddetam significante« de rebus »diete» (Archivio concistori« le del Vaticano) e perciò dobbiamo rivolgerci alle notizie che danno Bembo nella sua lettera del 27 maggio (Beccadeixi I 2, 167 s. ; ivi si dicono lette lettere di Contarini del 9. 10, 12 e 15, mentre non ce ne sono note che del 9 11-13 e 15. Dittrich [Contarini 682] crede che non venisse letta in concistoro la formula di Ratisbona. ma quest’ipotesi adottata anlohe da Vetter [p. 106] è molto improbabile. È possibilissimo che nella stampa della lettera d'i Bembo si celi un errore n eli ’enumerazione delle lettere) e N. Seminìi in una relazioni' del 25 giugno (Solmi, Contarini 82). Dall'ultima lettera inoltre viene dec:-con sicurezza, che il Card., di S. Marcello, che Ranke (Päpste I', 108) erroneamente considera nome proprio, non è M. Cervini, come pensa Vetter (p. 10; >. ma il servita Laurerio, che per due volte è qualificato frate.