Traslazione del concilio a Bologna. 577 Bologna.1 Soltanto ora del Monte comunicò ai padri, che in virtù di bolla papale i legati avrebbero avuto fìn dal principio la facoltà di compiere la traslazione del concilio, avendone fino allora taciuto di proposito per non pregiudicare la libertà della decisione e fece quindi leggere la bolla del 22 febbraio 1545 dichiarando poscia la traslazione del concilio a Bologna, dove nel dì fissato prima, il 21 aprile, doveva tenersi la prossima sessione.2 Lo stesso giorno i legati riferirono a Farnese sull’awenuto colla preghiera che la Curia si prendesse cura perchè il concilio a Bologna fosse vivamente frequentato. Essi si rivolsero anche al nunzio Verallo perchè, convenientemente orientato, potesse difendere la decisione dinanzi all’imperatore.3 Ai 12 di marzo i legati colla maggioranza dei padri lasciarono Trento: il 22 Cervini accompagnato da un certo numero di vescovi* ai 26 del Monte fecero il loro ingresso in Bologna.4 I prelati imperiali, in numero di 14,5 rimasero a Trento. Come per tutti la precipitata traslazione del concilio a Bologna fu una sorpresa anche per la corte pontificia. La maggioranza dei curiali giubilò allorché ne giunse a Roma la notizia. Non così Paolo III dalla vista acuta, che coll’acume a lui proprio prevedeva 1 II numero dei voti è dato differentemente : secondo Palla vicini dei òli padri 38 votarono incondizionatamente pro, 14 incondizionatamente contro, '1 condizionatamente pro, 2 con non liquet. (Seguono questo dato Vermeui.en (p. 18 s.) e Knöpfler (Kirchenlex. XI2, 2070). Secondo Severoli votarono in- 'ondizionatamente prò 34, contro 14. 2 con non liquet ; secondo Massabeli.i incondizionatamente pro, 14 contro, aliqui condizionatamente pro, aliqui neutrales. 2 Palla vi eira (lib. 9, c. 13, n. 2 s.) confuta la narrazione di Sarpi, che già noi giorno della settima 'sessione i legati avessero ricevuto un ordine segreto ‘i'Ol papa di trasferire il concilio. Sulla piena libertà della deliberazione della traslazione da parte del concilio senza influenza del papa cfr. anche Verbeulen 20 s. 3 La lettera dei legati a Farnese in data 11 marzo 1547 in Nuntiaturberichte IX, 651-655. Estratti dalla lettera parallela dei legati a Verallo ibid. 518, »■ e 652 e 654 nelle note. Ofr. anche la lettera di .Pietro Poscheri, podestà di Trento, al duca Ercole di Ferrara in data 12 marzo 1547 (ibid. 655 s.) e la lettera in senso contrario d’un anonimo (dai circoli del Madruzzo?), ibid. 658-659. 4 Sul concilio di Bologna e gli avvenimenti contemporanei che lo riguar- dano cfr. Massarelli Diarium (IV) de concilio Bononiensi a 12 MartU 1547 'itque ad 10 Novembris 151/9, ed. Mekkle I, 627-873; Severoli, ed. Merkle I. 144-147; Pallavicini lib. 9, c. 17 a lib. 11, c. 6; Vermeulen 20 ss. (cfr. in l'roprosftto Liter. Rundschau 1891, 355); Vermettlen, Das XIX, allgemeine lionsit in Bologna, Regensburg 1892; Knöpfler loc. cit. 2070^2072; Nuntia-turherìchte IX e X; Carcereri, Storia esterna del concilio di Bologna-, Mon-iovarchi 1903; Ehses in Rom. Quartalschr, 1902, 429 e Carcekeri in Arch. Trentino XVIII (1903), 64 s. 6 V. l’enumerazione in Massarklli Diarium IV, ed. Merkle I, 638 s. Purtroppo non è ancora uscito il lavoro II concilio di Trento dalla traslazione alla *osPensione, di cui ha dato l’aspettativa il Carcereri. Pastor, Storia dei Papi, V. 37