L’innovazione religiosa in Italia. 865 Hosio, proprio allora elevato a vescovo- di Ermeland, non le fosse stato donato un uomo, ohe, con quasi sovrumana forza sfidando tutte le tempeste, ne divenne il -salvatore.1 Per la potenza del movimento d’apostasia, che scosse la Chiesa cattolica nelle sue basi, nulla è più caratteristico del fatto, che esso ondeggiò giù fino in Italia. Come per il passato, opponevansi bensì ivi i più grandi ostacoli alla propaganda protestante,2 ma, date le condizioni ecclesiastiche per molti rispetti sommamente tristi, essa tuttavia in numerosi luoghi non trovò che un terreno troppo favorevole : ciò specialmente in primo luogo nell’Alta Italia che stava, in vivissima relazione colla Germania e colla Svizzera. Non solamente a Venezia, l’emporio per il commercio librario colla Germania, ma anche nella terraferma della Repubblica, come sotto Clemente VII così anche sotto Paolo III si fecero notare in diverse città dei seguaci delle nuove dottrine. Mentre per ragioni commerciali faceva regnare larga tolleranza nella città ideila laguna, nelle altre sue città il governo veneto mostrava maggior rigore. E così coll’assenso del doge a Vicenza nel 1535 un tedesco a nome Sigismondo venne consegnato al vicario del vescovo' perchè lo punisse per eresia luterana. Paolo III non trascurò di esprimere i suoi elogi a questo atto con una lettera speciale.3 In simile guisa s’adoperò il papa a far sì, che si procedesse contro eretici, spesso religiosi, che a quel tempo spuntarono non solo in Piemonte e Lombardia, ma anche a Ferrara e Siena.4 A Ferrara i novatori avevano un appoggio nella duchessa Renata, la figlia molto culta di Luigi XII, la quale concedeva1 di tempo in tempo rifugio a profughi protestanti, come Clemente Marot e Calvino, ma sapeva celare sì abilmente il suo vero sentimento da restarne ingannato lo stesso Paolo III.5 Per quanto procedesse rigorosamente contro eretici ostinati, Paolo III addimostravasi invece mite con coloro che tornavano 1 Eichhobn I, 57. 2 Cfr. il nostro voi. IV 2, 494 s. 3 Vedi Fontana, Documenti 145 s. ; Benbatit, Venediy 30. - Kaynald 1536, n. 45 ; Fontana 146, 149, 151 s., 155. Fa al proposito anello il * breve sfuggito al Fontana a Hieron. de Taurino O. Pr., inquisii, in-Vi'hic. Pedemontano (Facultas inquirendi contro, fratres sui ord. [nonostante i loro privilegi] et absolvendì poenitentes haeres, aMuraturos) in data del 19 ¡gennaio 1535. Min. brev. Ann. Jjl, t. 50, n. 26Archivio segreto pontificio. 5 II tentatilo di Fontana (Renata di Francia I, II, Roma 1S88-1893) di provare l’ortodossia di Renata '(II, 450) non si sostiene dinanzi alla critica (Glorn. d. lett. Ital. XXI, 425s.; Civ. Catt. 1900 I, 721 s. ; cfr. Herzog, Real-vnzyklopàdie XIV3, 658 s. ; v. inoltre Rodocanachi Renée de France, Paris 1896; Arch. d. Soc. Rom. Vili, 101 s., XV, 510 s.). Quanto Paolo III rimanesse ¡ingannato sulle idee religiose di Renata allorché fu a Ferrara nel 1543, viene mostrato dal breve per lei del 5 luglio 1543, che l’assicurava contro l'inquisizione (vedi Fontana II, 184, 490; Rodocanachi 164 s.).