324 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 5 e. luce, ci abbiano involti nelle tenebre, e in vece d’insegnarci la verità, ci abbiano inviluppati nelle bugie. Non può esser sano d’intelletto chi crede questa falsità». Prima della comparsa di Lutero la Chiesa non può essere stata abbandonata da Cristo avendole egli promesso di rimanere con lei sino alla fine del mondo. « Egli è necessario (crediatemi) che ’n questo mar torbido e tempestoso delle varie opinioni, ci sia una ferma stella, alla qual si riguardi, e la qual c’indirizzi al vero cammino della strada di Dio. Questa, siccome da molti santi e dotti uomini è stato mostrato, non è nè può essere altra, che la Chiesa romana, incominciata da Pietro, in cui Cristo prima fondò la sua Chiesa, e per continua succesion di papi, pervenuta insin a’ presenti tempi».1 Come Claudio Tolomei, Giberti e Vittoria Colonna pensavano anche Morone e Pole. Essi erano risoluti a rimanere nell’« arca della salvezza » e ad osservare l’inviolabile obbedienza al papa, vicario ili Cristo.2 Questa ferma volontà di credere ciò che insegna la Chiesa, di sottomettere il giudizio privato all’autorità ecclesiastica è ciò che fa del cattolico un figlio fedele della sua Chiesa. Un errore passeggiero, specialmente in cose che non sono peranco definite, non può far scomparire questa fedeltà. Se quindi anche a Roma dei zelanti bisbigliavano insinuazioni contro il circolo di Viterbo, i buoni se ne ridevano, come riferisce ai 2 di settembre del 1542 un agente del cardinale Gonzaga aggiungendo che l’inquisizione avrebbe esaminato rigorosamente gli scritti di Valdes, ma che regnava la migliore opinione circa le persone che stavano attorno al Pole.3 Che Paolo III dividesse questa opinione apparve più innanzi, allorché nominò il Pole tra i presidenti del concilio Tridentino. Solo recentemente s’è venuto a conoscenza d’una sorprendente prova, risalente all’ultimo tempo del suo pontificato, di quale altissima stima continuasse avanti tutti a godere prpsso Paolo III l'amica del cardinale inglese, Vittoria Colonna. Nell’agosto del 1546 il vecchio capo della Chiesa credeva vicina la fine dei suoi giorni e la questione dell’elezione papale tenevalo occupato in modo vivissimo. Ebbene egli, l’antico avversario dei Colonna, consultossi in proposito per la minuta con Vittoria Colonna!4 Solamente molto più tardi, allorquando il crescente progresso della novità religiosa fece apparire necessaria persino a taluno, che in se era alieno da simili misure violente, la più rigorosa repressione, sorsero serii sospetti contro persone come Pole, Morone 1 V. Lettere di Cl. Tolomei III. Ferma 1783. 8s. La lettera fortemente rettori«i, del Carafa all’Ochino presso Silos I, 213 a. 2 Ciò riconosce quanto al Pole anche Benratii (in RealenzyUl. di Heuzoo XV3, 705). Cfr. inoltre Quirini III Praef. 59 ss. ; Zimmermann 216; Cuccala 106 s. s Luzio, F. Colonna 39. 4 V. la prova documentaria presso Luzio, F. Colonna 49.