68 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 1. Intorno a tutto lo stato del negozio del concilio Paolo III poi rese in particolare più dettagliatamente informato l’imperatore a mezzo del nunzio Giovanni Guidiccioni.1 Da tempo nulla essere capitato più sgradito al papa di quanto con sì poco riguardo alla Santa Sede ed al bene generale della cristianità aveva fatto il duca di Mantova. Tuttavia Paolo III essere deciso a tenere il concilio, qualunque fossero le circostanze, e precisamente in un iuogo che ragionevolmente non potesse rifiutarsi da alcun cattolico. Colla risposta data a Schmalkalda al nunzio e al rappresentante dell’imperatore avere i luterani dimostrato, che dnsomma essi non volevano il concilio e così la cosa essere ora da trattarsi solo fra i cattolici. Non volere però Sua Santità che una nazione cattolica se ne cavi fuori, potendo altrimenti nascere uno scisma: al presente non potersi più parlare di Mantova, non soltanto per il torto commesso dal duca, ma anche perchè i Francesi, che per l’addietro erano stati indotti a fatica a contentarsi tacitamente di detta città, ora, dopo la proroga non volevano assolutamente più saperne. Il papa quindi desiderare di conoscere l’opinione dell’imperatore circa un luogo in Italia, che non possa rifiutarsi da alcun cattolico. Essendo breve il tempo, pregarlo di dargli notizia il più presto possibile: in caso diverso avere pensato di chiedere ai Veneziani per questa santa opera la concessione d’una delle loro città, Verona per es. o Padova. Essendo i Veneziani amici comuni di tutti, potersi credere che tutti, anche in Germania, ne sarebbero contenti. Qualora la repubblica di S. Marco non volesse, essere il papa deciso a convocare il concilio il più presto possibile a Bologna o Piacenza, luoghi che offrirebbero tutto il necessario e si raccomanderebbero a tutti i cattolici per esser città della Chiesa, della madre comune della cristianità, in ispecie perchè la Santa Sede osserva costantemente la neutralità. Perchè poi nessuno in considerazione della libertà del concilio possa obiettare alcunché contro la scelta di uno dei detti luoghi dello Stato ecclesiastico, promettere il papa di sottoporre per tutta la durata del concilio alla signoria del medesimo quella città in cui si terrebbe il sinodo ecumenico. Paolo III chiede sollecita risposta dall’imperatore onde potere a tempo notificare il luogo scelto, nel quale egli stesso intende recarsi all’inizio d’ottobre per dar principio coll’aiuto di Dio al concilio così necessario per le tribolazioni della Chiesa e da lui già i I/istruzione del 80 aprile 1537 per 11 nunzio presso Ehses IV, 114 s. Senza data e nome del nunzio, secondo un codice della Biblioteca reale di Berlino pubblicata già da Pastob, Reumonsbestrebnngen 481 s. È interessante ciò che addì 26 ¡maggio 1537 notifica G. M. della Porta sul sospetto di Paolo contro Carlo V : * « Il papa ha detto esser certo ¡che Mantoa gli negò la sua città per sastisfar l’imperatore, ma che ringratiava Dio ch’el tempo se aproxima da castigar questi «ignori d’Italia che lerano più tosto tiranni che signori ». Archivio di Stato Un (Firenze.