658 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 14 a. tadini e contadini, ma nessun ecclesiastico. Letto un atto d’accusa, in cui i vescovi erano rappresentati siccome le cause precipue dei dissidii avutisi fino allora nel regno, l’assemblea decise come il re aveva proposto, cioè: i vescovi imprigionati perdono la lcro dignità e in loro luogo entrano soprintendenti, che insegnino il nuovo « evangelo » ; i beni dei vescovadi vanno devoluti alla corona perchè venga rinforzata e il regno possa più facilmente difendersi.1 Uno straniero, Giovanni Bugenhagen chiamato nel luglio del 1537 da Wittenberg a Copenhagen, compilò con predicanti danesi un nuovo ordinamento ecclesiastico, che aboliva la Messa piana e il celibato, ma avvedutamente lasciava tuttavia sussistere tanto delle cerimonie esteriori, che da principio il volgo notò appena il cambiamento sostanziale. Ai 2 di settembre del 1537 il re promulgò il nuovo ordinamento in virtù dei pieni suoi poteri e appellando alla spada a lui affidata da Dio e di cui egli avrebbe fatto uso contro i recalcitranti.2 Lo stesso dì vennero ordinati i soprintendenti onde dare ai medesimi presso il popolo tuttora attaccato all’antico l’autorità di veri vescovi. I vescovi prigionieri ottennero la libertà soltanto dietro la promessa di nulla fare contro il nuovo ordinamento, dopo di che come premio della loro apostasia ricevettero in dono i loro beni ereditarii insieme a un convento per ciascuno. 3 Questo ingloriosa fine della gerarchia cattolica si comprende ove si consideri, che tutti i sette vescovi come pure il coadiutore di quello di Ribe appartenevano alla nobiltà, quattro di essi erano stati istituiti nell’ufficio episcopale esclusivamente dal re per via simoniaca e non erano stati, nè consacrati nè confermati dal papa.4 11 popolo accolse la nuova chiesa di Stato luterana con una ripugnanza, che in alcuni luoghi durò più d’un secolo, però senzn che potesse impedire la graduale estirpazione della religione cattolica. La, resistenza più tenace fu opposta dagli abitatori dei conventi, specialmente dai Mendicanti, dei quali molti vennero esi-gliati ed alcuni anzi impiccati ! Persino uno dei nuovi sovrintendenti, Pietro Palladius, dovette confessare le cattive conseguenze per il popolo della nuova chiesa di stato. La dieta di Copenhagen del 1546 dichiarò i cattolici inabili a tutti gli uffici e decaduti anche dal diritto di ereditare. Ai preti cattolici venne proibito di metter piede nel regno sotto pena di morte.ò 1 Vedi Schäfer IV, 333 s., 330 s. 2 Vedi Engelstoft, Kirke-Ordinantsens Hiniorie II, 375s.; (Schäfer IV 357s.: Hi stör.-poi. BI. iCXXV, 384 s. s Vedi Rördam, ilIon. hist. dun. I 1, 219 s. ■5 V. Bistor.-pol. Hl. CV.I, 077. e Ofr. gli articoli sn r. Palladius in Histor.-pol. BI. I.XXXT, 91 s., -7;> *•> 280 s.; Schmitt, J\ Hcliä. Freilmrg 1893, 160; Holberg, Dänische und norwegische Staathistorie, Kopenhagen 1731, 145 s.