66 Paolo III. 1534-J549. Capitolo 1. pronto a fare i preparativi, ma declinò l’esclusiva responsabilità circa la sicurezza e pregò di mandare persona con pieni poteri, colla quale potesse trattare su quanto fosse necessario. Addì 21 marzo1 il papa ringraziò il duca per la sua premura quietandolo inoltre relativamente ai suoi timori giacché non occorreva speciale tutela, che si estendesse più in là del mantenimento dell’ordine nella città: nello stesso tempo gli conferì la rosa d’oro mandandogliela a mezzo del camerlengo Giovanni Battista de Grassis.2 Ancor prima che ricevesse il breve del 21 marzo, il duca Federigo in una lettera al fratello cardinale Ercole, che reca la data del 24 marzo,3 aveva esposto per il minuto com’egli doveva insistere sul punto, che a tutela del papa e dei partecipanti al concilio, non che a tutela propria e della città di Mantova, venisse disposto uno straordinario servizio di sicurezza a mezzo di soldatesca armata. Il cardinale Gonzaga ebbe difficoltà a comunicare subito al papa, come era intenzione del fratello, questa lettera e così ai 3 d’aprile Paolo III, in vista dell’imminente apertura del concilio e della sua prossima partenza a quella volta, potè richiamare il Carpi dalla Francia.4 Solamente ai 9 d’aprile, allorquando il papa voleva fissare nel concistoro il giorno della sua partenza per Mantova, il cardinale Gonzaga gli comunicò la lettera ducale del 24 marzo, che fu poi anche letta in concistoro. Lo stesso dì a mezzo di Ricalcati il papa fece esporre al duca, che non poteva accordarsi una pretesa altrettanto inutile quanto dannosa pregandolo contemporaneamente di comunicargli a volta di corriere una deliberazione definitiva.5 Il duca mandò quindi a Roma il segretario Abbatino, che v’arrivò il 15 aprile e il dì seguente eseguì presso il papa la commissione avuta.6 La risposta ducale da lui data a bocca diceva, che il duca rimaneva fermo sulla sua pretesa, precisata da Abbatino così : occorrere una truppa protettrice, da assoldarsi dal papa, di 1500 soldati a piedi e 100 a cavallo, che però non era necessario aversi tutta fin dal principio, ma che, a suo libero giudizio, avrebbe dovuto completarsi col crescente numero dei partecipanti al concilio. Come il papa, così anche i cardinali in due concistori tenuti 1 Presso Ehses IV, 94 s. p in Nuntiatupberìcìite TI, 426 s. ; vedi Ehses IV, cxxxv s. 2 Ehses IV, 95, n. 2 e icxxxvi, n. 3. 3 Presso Ehses OS (s. ; anche in Nuntiaturberichte II, 427-430. 4 II breve 'al Carpi del 3 aprile 1537 presso 'Ehses IV, 100. Fbiedensbtjrg contesta la lealtà di Paolo III in questo punto, j>erehè allo stesso tempo egli avrebbe dovuto esser già persuaso dell'impossibilità d’aprire il concilio (Nun-tìaturberichte II, 49, n. 2) ; cfr. in contrario Ehses IV, 99 s., n. 0 Presso Ehses iIV, 101 s. ; anche In Nuntiaturberichte II, 430-432. e L’istruzione per Abbatino del 12 aprile 1537 presso Ehses IV, 102-104; anche in Nuntiaturberichte II, 432-435.