La creazione cardinalizia del 21 maggio 1535. 93 nuto il 18 dicembre 1534.1 L’elezione compiuta questa volta da Paolo III diede chiara prova che egli pensava seriamente a una diventava governatore di Tivoli (v. * Contelorius loc. cìt.). Parallelamente egli otteneva lina quantità di benefizi spirituali, vescovadi, abbazie, priorati (con * Contelorius loc. cìt. v. anche Corp. dipi. Pori. Ili, 182; Nuntiaturberichte I, 359, 381; Ciaconius III, 560; Gallia clirist. XIV, 134; Cardella IV, 136 s.; Capasso, Politica I, 97 s. ; Druffel, ilon. Trid. I, 340, n. ; Ar.ch. d. Soc. Rodi. VII, 389, 417 ; Olausse, ¡Farnése 124 s„ 169 s.). Sebbene questo nepotismo ve*-nisse universalmente biasimato (addi 20 agosto 1535 * Sanchez notifica in proposito : * « In qua re ab omnibus valde notata est Stas Sua nimis praecipitanter et non multami considerate res gerere ». Archivio domestico, di Corte e di Stato in Vienna), pure Paolo III, dopo la morte del cardinale Ippolito de’ Medici, ai 13 d’agosto del 1535 nominò vicecancelliere Alessandro Farnese e gli diede il titolo di IS. Lorenzo in Damaso e subito dopo (17 agosto) l’abbazia delle Tre Fontane presso Roma «oliarcivescovato d’Avignone (‘breve del 29 agosto 1585 ; vedi * Contelorius loc. cit. ;■ * Acta consist. Catwell. nel-l’Archivio concistoriale' del Vaticano): nel 1538 poi passò in gran parte nel nipote la direzione degli affari di Stato (cfr. sopra p. 25), dove egli rivelò molta capacità in confronto della sua giovane età e presto si addimostrò generalmente un uomo molto abile (cfr. Quiriti, Imago 17 s., 25 s., 30 s.). A. Farnese, del 13 (maggio 1541 legato inoltre d’Avignone (v. * Contelorius loc. cit.), viveva in Rama da gran signore (sul numero dei suoi serri nel 1544 vedi Lanciami, Golden Days 108) : malgrado la liberalità di Paolo III il suo sfarzo lo metteva spesso in imbarazzi finanziarii (vedi Lanciani, Scavi II, 155 s.), a dò contribuendo però anche la grandiosa munificenza con cui il cardinale, di tcui Paolo III aveva caldamente curato la foumazione scientifica, aiutava artisti e dotti (cfr. sotto, cap. ¡15), soccorreva poveri e decorava chiese (vedi Ciaconius jlll, 560 s.). Quest’attività e in genere la vita di questo cardinale meriterebbe una monografia perchè lo scritto di C. T. Frangipane (Memorie sulla vita del card. Aless. Farnese, Roma 1876) non è sufficiente per quanto offra tuttavia d’interessante; oltracciò essa è troppo un panegirico, poiché non va taciuto che anche A. 'Farnese non visse intemerato (su sua figlia v. Riv. bibliogr. XVII, 119; cfr. [Druffel, Mon. Trid. I, 576) e solo poco a poco passò in un indirizzo più isevero. Tra i ritratti del cardinale eccellono i due di Tiziano (uno nella Galleria Corsini in Roma, l’altro nel Museo di Napoli) ; vedi Clausse 171 s. ; Fischel 82. Guido Ascanio Sforza di Santafiora, nato alla fine del 1518 da Costanza figlia di Paolo IJI, maritata |col conte dello stesso nome, e quindi in età di soli 16 anni, studiava a Bologna e venne parimenti provvisto a dovizia di vescovadi e benefizi (vedi Ciaconius III. 566; Cardella IV, 141 s. ; -Vuntlutar hcr ialite I, 659, 381). Nel marzo del 1537 diventò legato di Bologna e della Romagna, ai 22 d’ottobre del 1337 oamerarius, il 6 aprile 1541 patriarca d’Ales-sandria (v. » Contelorius in Arni. 11, t. Ifi, f. 252b s. nell’A r c h i v io segreto pontificio). Anche iSantafiora era molto liberale : sulla sua morale cade una luce sospetta in virtù della seguente notizia di A. Serristori in una ’lettera da Roana 21 gennaio 1542 (Archivio di Stato in Firenze, Med. 3264) : * « Il male di S. Fiore si risolve in mal francese per quanto s’intende ». Circa il carattere di Santafiora F. Peregrino addì 28 giugno 1539 notifica : * « Il rev. Calmerlengo come giovane è persona un poco timida et di rispetto massime con N. ancor che gli sia nipote »(Archivio Gonzaga in Mantova). i L’imminente nomina dei due nepoti viene notificata da F. Peregrino già in una * lettera del 9 dicembre 1534 (A r c h i vi o Gonzaga in Mantova). Addi 15 dicembre 1534 il cardinale E. Gonzaga scrive da Roma a Giov. Agnello :