114 Paolo III. 1534-1549. Capitolo 2. riforma, tenuta nella Camera del Pappagallo situata al secondo piano del Vaticano non lungi dalla cappella di Niccolò V, alla quale comparve Paolo III in persona e partecipò anche la maggior parte dei cardinali.1 Contarini diede lettura del memoriale illustrandolo : venne inoltre data comunicazione d’un parere particolare del Sado-leto, che però non aveva incontrato l’assenso degli altri membri della commissione. Dietro proposta dell’Aleandro il papa decise che ad ogni cardinale venisse data in esame una copia del memoriale firmato da tutti i nove membri partecipanti alle consulte della commissione per la riforma ed un estratto del voto separato del Sadoleto : nello stesso tempo egli revocò il precetto anteriormente emanato del segreto, ma colla limitazione proposta dall’Aleandro, che l’importante documento non dovesse pubblicarsi prima che fosse stato ritoccato.2 Con ciò fino alla definitiva fissazione del testo era lasciata alla deputazione la via aperta per ulteriori lavori, nei quali poi dovevano prendersi in considerazione anche i pareri dei cardinali. * Ma pur senza cangiamenti l’abbozzo in sostanza corrispondeva perfettamente ad uno degli scopi, per il quale Paolo III aveva convocato la commissione, quello cioè di dare un programma per i lavori di riforma del concilio, che doveva riunirsi il 23 maggio 1537.4 1 nuovi ostacoli, frappostisi nell’aprile del 1537 all’apertura del sinodo a Mantova,6 furono un grave colpo per la Chiesa perchè soltanto un concilio ecumenico poteva bastare in tutta l’estensione al compito gigantesco della riforma d’un organismo così grande. Quanto egregio fosse il lavoro preliminare della commissione dei nove, quanto bene esso fosse a proposito come base per una riforma generale della cristianità, riconobbero i più competenti fra i giudici contemporanei.6 La storia ha confermato questo giudizio, poiché la grande opera di riforma, sulla quale il concilio di Trento t- Campegio non potè intervenire per infermità. Oltre a Fole e Giberti, dei membri della commissione non era più in Roma neanche Fregoso. 2 In conseguenza di dò il cardinale Schonberg fu appieno autorizzato a mandare il memoriale ad un uomo di fiducia in Germania, probabUmente il Coeleo. Non può quindi parlarsi, come afferma lo Sleidan, di passo segreto. Ehses in Histor. Jahrb. XXIX, 600 s. confuta anche gli altri sospetti elevati da iSleidan. Da quanto diciamo sotto, p. 117 s., viene ancora corroborata la prova ivi data, che non spetta colpa alcuna allo l&chonberg se il parere venne conosciuto in Germania. s Intorno a questi non si conoscono particolari. Per difesa contro censure al Cmisilium da parte del Collegio cardinalizio il Contarini scrisse la sua Epistola de potestate Pontificia in usti clavium : vedi Dittrich, Contarini 374 s. * È merito di EiiSes (Kirchl. Reformarbeìten 162) d’avere per il primo richiamato fortemente l’attenzione su questo punto. » Cfr. sopra p. 66. 6 V. le testimonianze presso Dittrich, Contarini 368, n. 1 e Ehses, Kirchl. Rejormarbeiten 161, n. 1.