Juan Valdes-Pietro Martire Vermigli. 669 di Valdes spiegata sul ridente golfo di Napoli, attrasse naturalmente avanti tutto donne esaltate e in parte donne realmente pie. Le dame più nobili ed eminenti di Napoli appartenevano al suo circolo; così Vittoria Colonna, la duchessa d’Amalfi, Isabella Man-riquez, la sorella del grande inquisitore spagnolo, finalmente più che tutte Giulia Gonzaga, che passava per la più bella donna d’Italia.1 Mentre quest’ultima al pari di Isabella Manriquez soggiacque al fascino della nuova, dottrina, la nobile Vittoria Colonna ritrovò in breve la retta via. Quanto pericoloso fosse l’indirizzo seguito da Valdes e che i Teatini riconobbero per i primi,2 è dimostrato ottimamente dalla circostanza, che precisamente gli scolari di lui più forniti di doti, Pietro Martire Vermigli e Bernardino Ochino, procedettero alla rottura completa eolia Chiesa. Parlammo già della profonda caduta dell’Ochino,3 avvenimento che costituisce la vera crisi nella storia del movimento cattolico per la riforma in Italia e pel quale gli spiriti definitivamente si divisero. Pietro Martire Vermigli,4 nato a Firenze nel 1500, contro la volontà dei genitori entrò a soli 16 anni nel convento dei Canonici Agostiniani di Fiesole, i quali mandarono quel giovane adorno di belle doti all’università di Padova e dal 1525 lo adoperarono come quaresimalista. In tale qualità Vermigli svolse un’attività sommamente zelante e feconda. Egli predicò con grande concorso a Brescia, Mantova, Bergamo, Pisa, Venezia ed anche Roma. Più tardi abbate a Spoleto, da ultimo diventò priore del convento di S. Pietro ad aram in Napoli. Fu fatale pel Vermigli, che là egli entrasse nel circolo del Valdes, diventasse amico di Ochino e venisse a conoscere gli scritti dei novatori religiosi tedeschi, per cui abbracciò idee rischiose, che presto espose anche nelle sue prediche: che se, conformemente alla sua indole cauta, da principio ciò avvenne solo timidamente, i vigili Teatini se ne accorsero tuttavia e ottennero dal viceré la proibizione delle sue prediche. Vermigli però a mezzo del cardinal Contarmi, che Marcantonio Flaminio aveva guadagnato a favore del dotto priore, riuscì a dissipare ogni sospetto e ad ottenere la revoca del divieto. 5 Nel 1541 Vermigli fu fatto visitatore del suo Ordine in Italia. 1 Ofr. Amabile I, ,151 s. ; le monografie eli Amante (Bologna 1896) e ìli Benrath (Halle ,1900). Sul ritratto di Giulia v. Zeìtschr. für bildende Kunst X. F. XVIII, 29 s. 2 Ofr. la testimonianza di Castaldo presso G. A. Galante, De' vani sforzi fatti da’ Protestanti per introdurre in Napoli la riforma nel sec. XVI, Napoli 1872, 12 s. 8 V. sopra p. 318 ss. 4 Ofr. 'Schmidt, P. Al. Vermigli, Elberfeld 1858 ; Cantü, Eretici II, 69 ss. ; Kirclienlexikon di Wetzeb und Welte XII2, 789 s. 5 Ofr. Laemmer, Mon. Vatic. 301.