314 Paolo III. 1534—1549. Capitolo 5 e. tasma del sentimento protestantico di Contarini. Un uomo che pensa così, in lui ogni vena è cattolica.1 Là poi, dove decidevansi le cose, non si prestò alcuna fede alle incolpazioni. Allorché sui primi di settembre del 1541 s’incontrò col papa a Lucca, Contarini trovò la più cordiale accoglienza. Paolo III, che da tutte le insinuazioni non s’era lasciato mai trarre in inganno nel suo giudizio su Contarini, lo esortò a non curarsi della sciocca ciarla, ringraziollo della fatica, alla quale s’era sobbarcato e gli diede subito una nuova prova della sua fiducia interessandolo ai lavori per la riforma ecclesiastica.2 Nel gennaio del 1542 nominavaio suo legato per Bologna. Questo conferimento della legazione più importante e insieme più onorifica nello Stato pontificio dimostra più di tutto il resto quanto poco avessero scosso la fiducia del papa e la sua stima per il cardinale la condotta del Contarini a Ratisbona e i molti attacchi degli ultimi mesi.3 Contarini entrò nel suo difficile ufficio nel marzo del 1542. La copia del lavoro, iche ora pesò su dii lui, non lo distolse dall’occu-parsi -ancora di dotti studii. Uno scritto sulla penitenza fa vedere che, a malgrado di tutte le esperienze fatte, non ostante l’opposizione incontrata, fino alla morte, prodotta il 24 agosto 1542 da una polmonite, egli si tenne attaccato alla singolare teoria sulla giustificazione da lui sostenuta a Ratisbona.4 Egli era più che mai lontano dal comprendere ch’essa non sempre s’accordava colla cattolica ed anzi la riteneva del tutto corretta e solo cattolica. Ch’egli errasse in questa difficile questione si spiega col suo grande amore della pace e per l’insufficiente cognizione degli scritti di Lutero, le cui dottrine quindi egli talvolta interpretò troppo benevolmente.5 Del resto la teoria conciliativa contariniana intorno ¡alla giustificazione differisce fondamentalmente dalla dottrina luterana della sóla fides, che nella sua istruzione per i predicatori Contarini rigetta in modo reciso ; ivi egli parla anzi addirittura di peste luterana.6 1 Questo mettevo io in rilievo fin dal 1880 in Histor. Jahrb. I, 352 pubblicando la corrispondenza di Contarini, sulla quale Reumont ¡sentenziò, ohi? con quelle « autentiche testimonianzei erano dimostrate a luce meridiana le idee cattoliche di Contarini» (A llcgem. Zeitung 1882, Beil. ri P. 46). 2 V. sopra p. 132 s. , 3 Vedi Dittrich, Contarini798. i Vedi Dittrich loc. cit. 820 s., 847, 853. Sul dolore del papa v. la relazione 30 agosto 1542 dell’inviato fiorentino (Archivio di Stato in Firenze) In App. n. 57. 5 Ofr. Dittrich loc. cit. 308. 311, 316; 373s.; v. anche Gothein 136. 6 Vedi Dittrich, Regesten 308; cfr. Pastor in Histor. Jahrb. IV, 137. I.'opinione di Ranke (I“, 90 s.), che Contarini e i «noi amici abbiano sostenuto * la stessa dottrina della giustificazione, che in Lutero aveva dato origine a tutto il moto protestantico », è insostenibile (vedi Schmid in Lit. Rundschau 1S81, 213; ofr. anche Pastor in Wetzer u. Weltes Kwchenlex, III2, 104 e in Histor. Jahrb. Vili, 206; Köhler in Deutsch. Lit.-Zeitung 1903, 2860 s-).